Pescara, Tac-Pet in affitto da 10 anni e i lavori attesi non partono

Bloccato l’appalto per Medicina nucleare. Le cure nel camion costano 1,4 milioni

PESCARA. Il macchinario per la Tac-Pet, in un camion parcheggiato all’esterno dell’ospedale di Pescara, è stato preso in affitto 10 anni fa e i lavori progettati fin dal 2012 per allargare il reparto di Medicina nucleare e comprare un apparecchio non partono. In una lettera inviata ai vertici della Asl, il primario Valerio de Francesco svela il paradosso della sanità pescarese: «Ebbene i lavori in questione non sono ancora iniziati, nonostante l’appalto sia stato aggiudicato in via definitiva con delibera 202 del 25 febbraio 2016 e tutti i ricorsi legali si siano da tempo risolti in favore della Asl». Con una parola sola, “ebbene”, il primario sottolinea tutti i ritardi all’apparenza senza più giustificazione: un altro anno buttato e un’altra proroga che sfiora 1,5 milioni di euro.

Appalto bloccato. È passato quasi un anno da quella delibera di assegnazione e le due ditte vincitrici dell’appalto per costruire il locale per la Tac-Pet (macchinario per la cura dei tumori), per realizzare altre 8 sale operatorie e per mettere l’aria condizionata all’obitorio non sono state nemmeno contattate dalla Asl: «Abbiamo mandato tre diffide per iniziare i lavori», dice l’imprenditore Isaia Di Carlo che guida l’impresa Di Carlo di Casoli consorziata con la Cme di Modena, «ma non siamo stati convocati. Il perché non lo sappiamo nemmeno noi». E le ditte, aggiudicatarie di un appalto da circa 10 milioni di euro bandito nel 2014, non sono le uniche a premere per l’avvio dei lavori: anche il primario, sei mesi fa, aveva posto il problema dei lavori mai partiti prevedendo che sarebbe stata necessaria un’altra proroga. «Appare indispensabile procedere con sollecitudine alla consegna dei lavori alla ditta vincitrice della gara; si eviteranno così», recita la lettera di de Francesco al direttore generale Armando Mancini e al direttore amministrativo Francesco Zappalà, «ulteriori esborsi per il noleggio come evidenziato nella mia nota del 9 giugno scorso». Asl avvisata mezza salvata? Non è questo il caso: dalla segnalazione del primario sono passati altri 6 mesi di niente.

Nuova proroga. Ma con i lavori mai fatti, per evitare il blocco di un servizio indispensabile, la Asl è stata costretta a prorogare ancora una volta l’affitto del macchinario: per l’anno 2017 Mancini ha dovuto mettere parte un milione e 464 mila euro per assicurare 300 sedute. «Attesa l’impossibilità di avviare una distinta procedura», così recita la delibera di proroga, il servizio sarà svolto ancora dalla ditta Acom di Montecosaro Scalo.

Affitto contestato. I costi per l’affitto dell’apparecchiatura sono finiti anche al centro di due interpellanze del consigliere regionale del M5S Domenico Pettinari, la prima nel 2014 e la seconda nel 2016, che aveva calcolato in quasi 10 milioni di euro la spesa per 7 anni anni di noleggio. A ottobre scorso, Pettinari ha fatto anche una «visita ispettiva» a Medicina nucleare e ha potuto constatare che i lavori promessi non sono partiti.

Ricorsi. Eppure da quasi un anno non ci sono più ostacoli visto che la Asl è uscita sempre vincitrice dalle aule giudiziarie: prima il Tar di Pescara e poi anche il Consiglio di Stato hanno deciso che la prima classificata, la Paolo Beltrami di Paderno Ponchielli, non aveva i requisiti per partecipare al bando della Asl e, di conseguenza, che l’appalto per la ristrutturazione dell’ospedale avrebbe dovuto essere assegnato alla seconda (Cme-Di Carlo). La Asl, con le sentenze in mano, ha così annullato l’aggiudicazione alla Beltrami con uno degli ultimi atti dell’ex direttore generale Claudio D’Amario prima del trasferimento in Campania per l’incarico di subcommissario alla Sanità. Tra il 2015 e il 2016, il contenzioso ha fatto perdere già un anno: la progettazione degli interventi di ristrutturazione risale addirittura al 2012 e i lavori dovrebbero durare due anni. Un altro anno, però, si è perso senza motivo: l’ultimo atto, 11 mesi fa, è stato l’aggiudicazione definitiva alla Cme-Di Carlo ma il contratto non è stato ancora firmato.

©RIPRODUZIONE RISERVATA