Pescara, ucciso pentito della banda BattestiniIndagini su vecchie amicizie e spaccio di droga

Tre colpi di pistola contro Italo Ceci, tra le piste investigative lo spaccio di droga e il passato di Ceci

PESCARA. Chiedeva di essere dimenticato Italo Ceci, il pentito della banda Battestini tra i pochi, quando di quella banda faceva parte, a contrastare il leader riconosciuto Rolando. Abituato a ragionare con la sua testa, lui che aveva iniziato con qualche furto e poi si era ritrovato a fare rapine, a un certo ha detto basta. Ha pagato, ma forse qualcuno non l'ha dimenticato. Ripartono da qui, con un salto nel tempo di almeno trent'anni, le indagini della Mobile.

Indagini che, come ripete il dirigente Pierfrancesco Muriana, non trascurano nessuna pista, ma è chiaro che è dal passato della vittima che ripartono. È per questo che gli investigatori sono andati a spulciare, tra le sue vecchie amicizie, i nomi di chi è ancora vivo e, soprattutto, di chi è ancora attivo nell'ambiente, come Massimo Ballone e Claudio Di Risio, arrestati l'ultima volta ad aprile del 2010 per una rapina al Conad di Chieti. Perchè se è vero che Italo Ceci chiedeva di essere dimenticato per poter vivere come voleva, nella legalità e tra l'affetto della gente, è probabile che continuasse a essere informato su quello che avveniva nel suo vecchio mondo. E qualcuno, chissà, gliel'ha voluto far pagare.

Non si esclude niente, ripete il capo della Mobile, che sta indagando anche sul presente di Italo Ceci, descritto da tutti come la sentinella, l'angelo custode del quartiere. Uno che aveva messo in fuga il rapinatore che era entrato nel suo negozio e che la sera non esitava a scortare, in una piazza Santa Caterina sempre più multietnica, le negozianti vicine che gli chiedevano sostegno.

Una piazza dove i residenti raccontano di droga spacciata a ogni ora, di liti e di ubriachi: forse Italo, sempre pronto a intervenire, si era creato troppi nemici, forse aveva calpestato i piedi a chi non doveva. Anche questa è una pista. Come una pista è anche quella di eventuali debiti. Per questo gli investigatori stanno setacciando i suoi conti e i suoi telefonini per ricostruire con chi era in contatto e chi l'aveva cercato nelle ultime ore. Di certo, gli 800 euro rimasti nella tasca della sua giacca escludono la rapina, mentre appare certo che la sua sia stata un'esecuzione. Un'esecuzione che ha un mandante e un movente. Qualcuno sa, la polizia aspetta che parli. (s.d.l.)

© RIPRODUZIONE RISERVATA