Pescara vecchia diventa un logo per le notti sicure

Quaranta operatori del centro storico uniti in consorzio per contrastare i locali che non rispettano la legge

PESCARA. Un logo, con il disegno di una forchetta stilizzata e la scritta Pescara vecchia, affisso alle entrate di bar, ristoranti e pub del centro storico sarà garanzia di movida sicura. Questo è l’obiettivo degli esercenti che hanno aderito all’iniziativa della costituzione di un consorzio, con tanto di logo, degli operatori di Pescara vecchia. Un consorzio che conta una quarantina di iscritti, tutti titolari di pubblici esercenti presenti in piazza Unione, via delle Caserme, corso Manthoné, via Flaiano, piazza Garibaldi.

«Il consorzio Pescara vecchia», ha spiegato ieri il portavoce dei locali del centro storico Cristian Summa, «è la somma di tutta una serie di iniziative sfociate nel logo presentato oggi alla presenza dell’assessore al commercio Giacomo Cuzzi. Finora sono quaranta gli operatori che hanno deciso di impegnarsi a rispettare le regole da noi stabilite e la concessione del logo ai locali che fanno parte del consorzio sarà pro tempore, in quanto il simbolo certifica l’adesione a tali regole e chi non le rispetta può vederselo revocare». Il logo (ideato da Giuseppe Scampoli) diventa, quindi, un simbolo che certifica il rispetto delle regole da parte di un locale. Ma quali sono queste regole? Innanzitutto, i prezzi uniformati per evitare che qualche locale venda a prezzi ribassati bevande alcoliche per richiamare la clientela più giovane. «Sono due anni che denuncio il fenomeno dell’alcol promozionale, che è istigazione a bere alcol, ma non vengo ascoltata», ha fatto presente Stefania Di Blasio, titolare del locale Samoa, «il sindaco dovrebbe fare un’ordinanza per vietare casi del genere». Il consorzio ha già fissato alcuni prezzi minimi: 5 euro per i cocktail, 3 euro per le bottiglie di birra, 2 euro per i cosiddetti «cicchetti». «Inoltre», ha aggiunto Giusy Di Profio, un’altra esercente, «per evitare di somministrare alcol ai minori è necessario chiedere la carta d’identità quando si hanno dei dubbi sull’età».

Un’altra regola del consorzio è il rispetto degli orari. Oggi, nonostante i controlli delle forze dell’ordine, ci sarebbero locali che non rispettano i limiti di orario, fissati con un’ordinanza comunale. Nei week end pub e ristoranti devono chiudere alle 3 del mattino, o quantomeno cessare di somministrare bevande o cibi, ma ci sarebbe qualcuno che va oltre questo orario danneggiando, di fatto, anche chi rispetta le regole. «Abbiamo deciso di seguire questa strada», ha sottolineato Summa, «perché vogliamo farci portatori di un divertimento sano e di qualità. Bisogna servire bevande secondo le regole e cucinare cose buone».

»Il logo Pescara vecchia dell’omonimo consorzio», ha precisato poi l’assessore Cuzzi, «dovrà diventare un modello di movida sana e attrattiva. Con gli imprenditori di questa parte storica di città è nato un percorso per rigenerare la vocazione della zona. La qualità del servizio e dell’offerta deve essere attrattore di una movida bella, sana e capace di rappresentare il territorio, isolando ed escludendo movide non qualificanti». «Pescara vecchia», ha concluso, «può essere un modello da replicare in altre zone».

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