Pescara

Pescara, violenza di gruppo su una 17enne: ora la Procura vuole blindare le testimonianze

18 Settembre 2025

Il fatto avvenuto a Rancitelli. La richiesta di incidente probatorio al Tribunale minorile dopo gli interrogatori in cui i due fratelli hanno continuato a respingere le accuse e a scaricarle sull’unico ragazzino indagato e non imputabile

PESCARA. Arrivano due passaggi importanti nell'inchiesta sulla violenza di gruppo da parte di tre ragazzi - due fratelli (uno minorenne) interessati da una misura cautelare mentre il terzo è un minore di 14 anni non imputabile - ai danni di una 17enne: fatti avvenuti il 13 febbraio scorso in un'area condominiale di Rancitelli, sotto la palazzina abitata dai due fratelli arrestati.

Dopo l'interrogatorio di garanzia dell'unico maggiorenne coinvolto (adesso agli arresti domiciliari ma solo per questioni di salute), la Procura minorile dell'Aquila ha proceduto all'interrogatorio del fratello minore posto in Comunità. Assistito dal proprio legale di fiducia, l'avvocato Melania Navelli, il minore non ha fatto altro che ribadire, nell'interrogatorio di garanzia, quanto aveva già riferito durante il primo incontro con il magistrato. In sostanza ha negato di aver compiuto o di aver assistito a qualsiasi atto di violenza sessuale nei confronti della vittima che quel giorno era accompagnata da una sua amica, anche lei minorenne, con la quale era fuggita dalla Comunità di Ripa Teatina dove si trovavano entrambe. Nessuna violenza, dunque, e nessuna somministrazione di alcol da parte del minore o del fratello.

Le due ragazze, lo ricordiamo, una delle quali conosceva il maggiorenne che aveva contattato per farsi venire a prendere alla fermata del bus, stando alla loro versione e a quella di altri testimoni diretti e non, vennero fatte ubriacare con una bottiglia di vodka che entrambi gli arrestati hanno sempre negato di aver procurato (il maggiorenne ha poi affermato, in sede di interrogatorio di garanzia, che la bottiglia era del minore non imputabile, quello che poi materialmente ebbe due rapporti orali con la ragazza e un rapporto completo).

Il suo legale ha chiesto al giudice anche la revoca della misura per il minore, che è stata però negata in quanto, secondo lo stesso giudice, la situazione non sarebbe cambiata rispetto all'emissione della misura in Comunità. E adesso, il Tribunale dei minori ha richiesto al giudice aquilano un incidente probatorio: vuole riascoltare e cristallizzare le dichiarazioni della vittima anche con una certa urgenza in considerazione delle «condizioni di sofferenza e prostrazione psicologica nelle quali si trova la minore, la quale necessita di un intervento di assistenza psicologica mirata che può rivelarsi non priva di effetti sulla capacità di ricordare».

Insomma, la Procura minorile cerca di stringere i tempi ed è per questo che chiede un incidente probatorio nel quale dovranno essere sentiti due testimoni, oltre all'amica della vittima (la cui testimonianza risulta basilare in quanto avrebbe assistito alla violenza) e al minore indagato (ma non imputabile). Inoltre la Procura minorile chiede al giudice di valutare «per ragioni di opportunità, l'assunzione della prova in modalità congiunta con la Procura di Pescara che procede nei confronti del coindagato maggiorenne».

Non solo, ma la pm Angela D'Egidio, anticipa anche la richiesta di perizia sui soggetti che dovranno essere ascoltati nell'incidente probatorio, per «accertare se gli stessi siano capaci di riferire in merito ai fatti». E l'urgenza di queste due richieste viene ribadita «all'evidente fine di garantire una rapida definizione della fase processuale per i minorenni coinvolti a vario titolo, evitando che gli stessi, a distanza di anni, debbano essere chiamati a rivivere vissuti drammatici».