Pescara

Pescara-Empoli: Vivarini e Moruzzi, ex tra gioia e dolori

18 Settembre 2025

Il tecnico ritrova l’Empoli a cui è legato il ricordo dell’esonero del 2017, il terzino riabbraccia il Pescara che l’ha lanciato

PESCARA. La tappa di Empoli era e resta una ferita aperta nella carriera di Vincenzo Vivarini. Sono passati tanti anni da quel dicembre 2017 quando il presidente Corsi lo ha esonerato con la squadra in zona play off, in serie B, e stavolta il tempo non ha lenito il dolore perché quella doveva essere la stagione della consacrazione per il tecnico di Ari stabilitosi a Francavilla. Quella della promozione sul campo e dell’approdo in A. Il sogno. E, invece, no. È stato come vedersi tarpare le ali. Vivarini, all’epoca 51enne, era reduce dalla retrocessione di Latina dove era arrivato a stagione in corso in B dopo l’esperienza di Teramo (caso Savona). L’Empoli era retrocesso dalla A all’ultima giornata, perdendo a Palermo. Vivarini sostituiva Giovanni Martusciello. L’obiettivo era - al solito dell’Empoli - valorizzare i giovani e lottare per la promozione. C’erano Donnarumma e Caputo, due assi della B. C’era il terzino Di Lorenzo, appena arrivato dal Matera e oggi al Napoli e in Nazionale, che Vivarini faceva giocare e stava valorizzando. Fino al 17 dicembre 2017. Il pareggio per 1-1 contro la Cremonese è costato caro a Vincenzo Vivarini che è stato esonerato dopo 19 giornate. Non è arrivato a mangiare il panettone per un soffio con la squadra quinta in classifica con 30 punti, a -5 dal Palermo capolista.

Aveva raccolto un solo successo e tre pareggi nelle ultime quattro partite. Bilancio complessivo: 20 partite tra campionato e Coppa Italia, in cui aveva raccolto otto vittorie, sette pareggi e cinque sconfitte. A sostituirlo in panchina Aurelio Andreazzoli, uomo da sempre legato a Luciano Spalletti con cui ha lavorato fianco a fianco a Udine e Roma. Spalletti da sempre molto legato a Corsi. Andreazzoli ha poi guidato l’Empoli alla promozione in A e Vivarini sanguina ancora amarezza e delusione. In carriera ha fronteggiato sei esoneri in nove esperienze da primo allenatore. Sia con l’Ascoli che con il Bari, però, il tecnico è stato esonerato a stagione ormai conclusa nonostante avesse un altro anno di contratto, mentre nel 2016/17 non venne esonerato dal Latina ma chiuse l’anno con la retrocessione in serie C e conseguente fallimento della società nerazzurra. Empoli tutt’ora è una ferita aperta e dolorosa. Perché l’esonero? «Perché volevamo stravolgere un po’ il lavoro e orientarci su situazioni diverse», ha spiegato all’epoca il presidente toscano Fabrizio Corsi. «Dovevamo evidenziare meglio le doti della squadra. Ora mi aspetto che la squadra si tolga di dosso qualche difetto. I pregi dei nostri attaccanti li conosciamo, ma non possiamo pensare di vincere un campionato concedendo sempre così tanto agli avversari. Dovrà pensarci l’allenatore». Parole che trasudavano diversità di opinioni (eufemismo!) tra società e allenatore licenziato. Vivarini era stato ingaggiato da Pecini e Accardi, all’epoca collaboratori di Corsi. Il tecnico stava avendo problemi nella coesistenza di alcuni giocatori. Inamovibili Caputo e Donnarumma in attacco; a centrocampo c’erano Krunic, Bennacer e Zajic. Vivarini incontrò qualche difficoltà nel metterli tutti insieme, problemi di equilibrio di squadra. Andreazzoli, invece, trovò la quadra e l’Empoli decollò verso la A. Sono passati anni, le strade si sono incrociate spesso. Ma l’amarezza di Vivarini non è evaporata. Domenica spera di consumare la vendetta dell’ex.

A Pescara e al Pescara deve tanto, forse tutto. La sua carriera è radicalmente cambiata in riva all’Adriatico e, grazie alla maglia biancazzurra, Brando Moruzzi è diventato uno dei terzini più interessanti nel panorama nazionale. Lo scorso 7 giugno, non ancora 21enne, ha vinto i play off con il Delfino raggiungendo con merito la serie B. Nella passata stagione 39 presenze tra campionato e play off per il laterale sinistro nato a Firenze e cresciuto nella Juventus. In Abruzzo ha giocato due anni (prima del passaggio all’Empoli lo scorso luglio) e nel 2023 è arrivato in prestito con diritto di riscatto grazie all’intuizione di Daniele Delli Carri, che all’epoca era il ds biancazzurro.

Due anni importanti prima con Zeman e poi con Baldini, che lo hanno “svezzato” e lanciato nel grande calcio. Il Pescara ha deciso di riscattarlo la scorsa primavera, ma la Juve ha esercitato il “diritto di recompra” per 300mila euro. Poi il passaggio all’Empoli e domenica tornerà da avversario nel suo vecchio stadio Adriatico. Sicuramente verrà applaudito e festeggiato dal pubblico pescarese. Il Delfino gli ha portato fortuna, visto che nel giro di 12 mesi ha conquistato la serie B e maglia della Nazionale under 21. Al timone degli azzurrini è arrivato Baldini, ovvero colui che in Abruzzo lo ha forgiato con allenamenti duri, dieta ferrea e tanti consigli. «Perdi qualche chilo e vedrai come cambierà la tua carriera». Più o meno è stata questa la frase che nell’estate 2024 Silvio Baldini ha pronunciato mentre controllava il peso di Moruzzi. Il laterale dell’Empoli ha corsa, tempi di inserimento e sa crossare, grazie anche agli insegnamenti dell’attuale ct dell’Italia Under 21. Fiorentino, ha un cognome noto a Firenze e in tutta la Toscana: la famiglia Moruzzi, infatti, da generazioni gestisce una ditta di giostre e attrazioni (compresa una enorme ruota panoramica). Il calcio, però, è da sempre la grande passione di Brando: i primi calci al Cattolica Virtus, poi i passaggi nei vivai di Empoli e Siena, prima della Sangiovannese, in serie D, a soli 17 anni. Due stagioni da under nei dilettanti, 28 gettoni totali e l'inserimento nella formazione dei migliori fuoriquota della quarta serie a livello nazionale. C'è anche un gol (splendido) nel suo curriculum, contro il San Donato Tavarnelle, in una partita che i suoi persero, ma in cui erano arrivati sugli spalti osservatori di alcune big del calcio italiano. Compresa la Juventus, che ha messo gli occhi addosso al difensore, portandolo l'estate successiva (nel 2022) a Torino per inserirlo nella formazione Primavera.

Moruzzi è sempre seguito dal padre Davide e dalla madre Monica, con la sorella Maria Sole e al fratello Edoardo, 18 anni, terzino destro della Recanatese (serie D). A Pescara nelle due stagioni ha tardato un po' a prendersi la scena ed entrare nella dimensione professionale, ma la sua crescita è stata costante, prepotente e supportata da esuberanza fisica e mezzi tecnici indiscutibili. S'ispira a Theo Hernandez, ma è tifoso della Juve ed è molto amico di Yildiz e Vlahovic. Il suo sogno è arrivare in A e poi in Nazionale. L’obiettivo azzurro è stato centrato, ora manca il massimo campionato. Ha solo 21 anni e c’è tutto il tempo per crescere.

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