PescarAbruzzo sguardo alle mense e visita ai detenuti

Mattoscio alla Caritas e tra i detenuti di San Donato Corso di panificazione con il forno donato dalla fondazione

PESCARA. Il saluto di Nicola Mattoscio in questi giorni prima di Natale, è stato per i disperati, e per chi sta pagando un debito con la giustizia. Ieri il presidente della Fondazione PescarAbruzzo ha percorso un viaggio nei luoghi difficili, in quelli dove la solitudine incontra il sorriso dei volontari, degli operatori di solidarietà.

Mattoscio ha visitato la mensa San Francesco, quella della Caritas di via Bardet, quella di Montesilvano. Ha donato loro fondi per sostenersi. Si è recato nella sede dell'associazione "On the road", ed anche lì la Fondazione ha offerto aiuto, ed incontrato un panorama preoccupante, quello dei nuovi poveri che usufruiscono delle mense, dei ricoveri offerti dai volontari. Spesso sono famiglie cadute nella disperazione, uomini separati, gente del posto. A loro Mattoscio ha voluto dire che non sono soli.

La visita di ieri non ha interessato solo le mense, ma anche un luogo più duro che il cibo lo produce proprio grazie ad un forno regalato dalla Fondazione. Si tratta del carcere di San Donato. Lì, il Presidente è stato accolto dal direttore Franco Pettinelli, ed accompagnato all'incontro con i detenuti per consegnare dei libri.

Nel laboratorio di panificazione finanziato dalla fondazione PescarAbruzzo, non manca nulla. Attrezzature professionali per tenere impegnato chi è costretto dalla giustizia a trascorrere la sua vita recluso, e per fargli acquisire una qualifica che, una volta fuori, lo aiuterà a reinserirsi nel tessuto sociale. I detenuti infatti stanno tenendo un corso per la panificazione di sei mesi, lo concluderanno a febbraio. Una delle tante iniziative che il direttore promuove per cercare di non lasciare soli i carcerati.

Per chi sta scontando la sua pena dentro il carcere pescarese vedere quelli di PescarAbruzzo, è stato come fare festa. E gli ospiti sono stati accolti con un ricco buffet di dolci e pizze, ovviamente preparati durante il laboratorio di panificazione. Qualcuno ha cantato una canzone, qualche altro ha raccontato il suo matrimonio, la nascita dei suoi figli. E a chi è andato a visitarli è rimasta impressa una frase scritta a pennarello su una lavagnetta: «La vita non consiste nel fare cose straordinarie, ma nel fare straordinariamente bene le cose ordinarie».

Paola M.S. Toro

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