Pierangeli-Spatocco verso la fusione

Il 30 le assemblee. Le società assicurano: tutelati i posti di lavoro

PESCARA. A fine settembre la clinica Spatocco di Chieti si fonderà per incorporazione con la clinica Pierangeli di Pescara. L'annuncio, inaspettato, è arrivato ieri mattina con una raccomandata inviata ai sindacati della sanità, in vista delle procedure stabilite dalla legge. Procedure che prevedono un esame congiunto proprietà-sindacati in occasione del trasferimento di aziende o rami d'azienda. Saranno le assemblee delle due società presiedute da Luigi Pierangeli e da Lorenzo Spatocco a dare il via libera all'operazione.

Le assemblee sono state convocate singolarmente per il 30 settembre per votare il progetto di fusione in base all'articolo 2502 del Codice civile. Per l'approvazione occorrerà la maggioranza dei soci «determinata secondo la parte attribuita a ciascuno negli utili, salva la facoltà di recesso per il socio che non abbia consentito alla fusione».

L'operazione, spiegano le due società, «trova ragione e giustificazione» nella necessità di arrivare «a una riorganizazione volta al perseguimento di una maggiore efficienza gestionale, finanziaria ed economica. La fusione non comporta conseguenze giuridiche, economiche e sociali per i lavoratori delle società», si assicura, «in quanto il rapporto di lavoro di tutto il personale Spatocco proseguirà senza soluzione di continuità con la società Pierangeli, conservando le condizioni economiche e normative e il rappoprto di lavoro in essere alla data di trasferimento».

Positivo il primo commento del segretario della Cisl Davide Farina «Una prima riflessione», dice il sindacalista, «è che se tutto questo è finalizzato alla riorganizzazie e alla razionalizzazione del budget e delle spese, ben venga. Sarebbe la prima volta che due aziende trovano una strada diversa rispetto a quella sempre praticata, cioè quella di far ricadere la riorganizzazione sui servizi e sui lavoratori».

La decisione dei due imprenditori è conseguente al progetto di riorganizzazione della sanità abruzzese che ha portato il commissario Gianni Chiodi e l'assessore Lanfranco Venturoni a stabilire tetti di spesa che tagliano di un 20% circa i budget per le prestazioni delle cliniche private. Un taglio stabilito al termine di una lunga e sofferta trattativa, arrivata più volte al limite della rottura prima della firma (Luigi Pierangeli è anche presidente dell'Aiop, l'associazione dell'ospedalità privata).

Le due società speravano di recuperare parte del fatturato perduto con l'extrabudget previsto dalla Regione per la mobilità extraregionale, ma la cosa non si è concretizzata. Nella direzione di un recupero di redditività va anche il ricorso al Tar presentato dalla Pierangeli contro l'accreditamento concesso dalla Regione alla clinica Villa Pini. Ma, indipendentemente dalle carte bollate, il mercato della sanità abruzzese, quella pubblica e quella privata, va verso una stagione di sacrifici. E a regime, il piano operativo della sanità abruzzese cambierà profondamente la geografia della sanità regionale. Già con le ristrutturazioni decise da Chiodi e Venturoni, dei 35 ospedali, 22 pubblici e 13 privati, ancora in attività, ne resteranno 29 (16 pubblici e 13 privati). Con l'operazione Pierangeli-Spatocco si scende a 28 (16 pubblici e 12 privati) e c'è da scommettere che il conto si abbasserà ancora.

La clinica Spatocco porta in dote alla Pierangeli un centinaio di posti letto. La fusione porterà alla costituzione di un gruppo privato di circa 400 dipendenti e 220 posti letto. Per i due imprenditori è la conclusione, forse inevitabile, di una lunga e sperimentata militanza comune negli affari, che li vede soci nei media, con l'emittente Rete8 e nelle costruzioni con Opera spa (la società che ha come terzo socio Antonio D'Intino) che, tra le ultime cose, ha finanziato la costruzione della Città Mediterranea-Le Dune a Silvi. Spatocco ha interessi anche nel mondo credito. Un paio di anni fa è entrato nella compagine della Banca di credito coorpativo di Chieti.

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