Pineta, la Regione rifarà la legge

Masci: «L'ampliamento resta». Ma la riserva naturale è nel degrado

PESCARA. Centrodestra e centrosinistra sono pronti a fare una nuova legge regionale per riconfermare i vincoli della Pineta dannunziana. Sta nascendo una sorta di partito trasversale, dopo la decisione del governo di impugnare davanti alla Consulta il provvedimento regionale che amplia di 29 ettari la riserva naturale. Una decisione ribaltata nel giro di poche ore. Inizialmente, il Consiglio dei ministri aveva respinto l'istanza dei costruttori Deborah Caldora, Enio Chiavaroli e Aldo Primavera, proprietari di terreni finiti nell'area protetta, deliberando la non impugnativa della legge.

Poi, a sorpresa, ci ha ripensato dichiarando che il provvedimento è censurabile per il mancato coinvolgimento del Comune nella scelta e perciò lo ha inviato alla Corte costituzionale. La notizia ha suscitato indignazione anche nella maggioranza, che ha contribuito a fare approvare quella legge. L'assessore e consigliere regionale Carlo Masci, di Rialzati Abruzzo, ha assicurato che l'indirizzo assunto dall'assemblea non cambierà. Mentre si discute della legge impugnata, spuntano le immagini di una pineta nel degrado, forse perché difficile da gestire per la sua enorme dimensione. Con la legge regionale, l'area protetta è cresciuta notevolmente e ora misura ben 85 ettari, cioè otto volte le aree di risulta.

NUOVA LEGGE
Ieri, è intervenuto anche l'assessore al bilancio. Masci ha ipotizzato la presentazione di una nuova legge che confermi l'ampliamento di 29 ettari della riserva. «Nulla cambierà nella sostanza delle cose», ha affermato, «in quanto abbiamo impegnato il consiglio regionale alla salvaguardia ambientale e tale principio verrà confermato, non può essere stravolto da alcuna impegnativa di governo». «Mi preme ricordare», ha aggiunto, «come le due assemblee deputate a decidere, cioè il consiglio regionale e il consiglio comunale di Pescara, abbiano già dato l'indirizzo di volontà politica e amministrativa a difesa di una delle zone di pregio del capoluogo adriatico. Quell'indirizzo resterà immutato». Sulla stessa linea è anche il consigliere di Rifondazione Maurizio Acerbo, promotore della legge impugnata, il quale si è detto pronto a presentare una nuova normativa per sanare i vizi della precedente.

AREA NEL DEGRADO
Le immagini scattate da Giacomo Cuzzi, consigliere della Circoscrizione di Porta nuova, illustrano una situazione di abbandono. «Alberi spezzati e rifiuti di ogni genere», ha fatto notare Cuzzi, «fanno da cornice al polmone verde della città. Il percorso vita è divenuto pericoloso e impraticabile a causa dei rami e alberi caduti al suolo». «Oggi», ha continuato, «quello che dovrebbe rappresentare il fiore all'occhiello della città, vive in uno stato vergognoso a causa del lassismo del Comune e la mancanza di interventi».

POLEMICHE La soddisfazione espressa venerdì scorso dall'assessore all'urbanistica Marcello Antonelli, per l'impugnazione della legge, ha scatenato l'ira del centrosinistra. «Ciò conferma che le mie preoccupazioni sul comportamento di Antonelli sono fondate», ha commentato Acerbo. «Antonelli è assessore all'urbanistica o l'avvocato dei costruttori?», si è chiesto Adelchi Sulpizio (Idv), «è il consiglio l'organismo preposto alla gestione del territorio, Antonelli o si adegua o si dimette».

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