Piscina provinciale raccolte 200 firme per la riapertura

Continua la protesta dei ragazzi dell’associazione Orione E giovedì fiaccolata di protesta davanti alla Provincia

PESCARA. E’ affidato a una scritta azzurra su un lenzuolo bianco l’appello lanciato dai ragazzi disabili dell’associazione sportiva Orione ai rappresentanti delle istituzioni: «Voglio nuotare anch’io». Il cartello, da ieri mattina, è esposto davanti ai cancelli chiusi della piscina provinciale di via Einaudi. Le oltre duecento firme raccolte in due ore per chiedere la riapertura dell’impianto, suonano come un rimprovero amaro che ricorda al quartiere e alla politica che da oltre un mese il difficile percorso d’inserimento sociale affrontato negli ultimi dieci anni dai ragazzi disabili dell’associazione sportiva Orione è stato bruscamente interrotto a causa di un contenzioso economico. Per questa ragione le mamme, i papà, le famiglie e gli anziani di San Donato e Fontanelle hanno deciso di scendere in piazza con una fiaccolata simbolica, per convincere il presidente della Provincia Guerino Testa a vincere i pregiudizi e ad affrontare la vicenda con lo sguardo rivolto alla burocrazia e con il cuore ai cento disabili che in acqua si liberano dei pregiudizi e della malattia, recuperando quelle capacità motorie che a terra sono loro negate. La manifestazione davanti a Palazzo dei Marmi è in programma giovedì, mentre in questi giorni prosegue la raccolta delle firme per la petizione popolare lanciata dagli utenti che frequentano gli spazi di via Einaudi. Il banchetto, ieri mattina, è stato posizionato proprio davanti all’ingresso della piscina provinciale. Il documento è stato sottoscritto da oltre duecento persone, che hanno espresso affetto e solidarietà a Matteo Iacono, il presidente dell’Orione che da 40 giorni e 39 notti sta occupando gli spazi vuoti. «Chiudere», dice Maria, una ragazza dell’associazione, «significa toglierci la possibilità di nuotare e allenarci per le gare, perché non abbiamo la possibilità di andare da un’altra parte». «Non ci possiamo e non ci dobbiamo fermare», afferma risoluto Iacono, «la piscina è una delle poche risorse pubbliche a disposizione del quartiere e non possiamo tollerarne l’inutilizzo o, peggio, che diventi fatiscente. Se non fossimo stati qui anche la notte di Natale, sarebbero andate bruciate quattro pompe che costano 750 euro l’una. E questo perché tra le 23 e mezzanotte e mezzo è andata via la corrente e abbiamo dovuto tirare a mano 50 secchi d’acqua da 20 litri». Il presidente dell’Orione spiega che «la vasca è a posto perché siamo stati noi a rimettere le mattonelle con lavori fatti di tasca nostra e anche la temperatura interna è costante a 15 gradi».

Irremovibili, almeno per il momento, il presidente Testa e il suo vice Fabrizio Rapposelli che, pur rammaricandosi dei disagi recati ai disabili, in una nota dichiarano che «la Provincia ha già affidato l'incarico a un tecnico per progettare i lavori di messa in sicurezza dell'impianto in modo da eseguire le opere necessarie e poi riaprire la piscina al pubblico. Per l'affidamento della gestione, si provvederà a bandire una nuova gara».

Ylenia Gifuni

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