POCO UMILI? NON SIAMO CERTO IPOCRITI

Provo a suggerire una chiave di lettura diversa della realtà che accompagna il nostro dramma dal 2009. Siamo stati una calamità dell’Italia con impegni e promesse altisonanti di intervento a ridosso del 6 aprile. Siamo poi diventati il terremoto dell’Abruzzo quando milioni di euro per anni sono stati chiesti per una Regione che aveva subito una ferita devastante. Si è argomentato sul terremoto della provincia dell’Aquila quando si è trattato di assicurarsi bonus sul fotovoltaico riottenendo nel 2013 le migliori condizioni valide fino al 2007. Si parla del terremoto dell’Aquila quando si deve sottolineare l’incapacità di risolvere i problemi connessi alla calamità.

Si sono commessi errori? Tanti! ma né più né meno di quanti ne avrebbero commessi altrove. Condivido la proposta “ingenua” di una accisa sulla benzina da destinare al finanziamento della ricostruzione dell’Aquila. È la migliore delle soluzioni possibili e garantirebbe un flusso costante di denaro! È la stessa proposta che feci tre anni orsono senza successo e beccandomi l’accusa di “ingenuità”. Nessuno dei parlamentari abruzzesi ritenne di supportarla! Così come, ho sollecitato un progetto chiaro sul quale costruire una battaglia. Un progetto bipartisan al quale ancorare l’idea della ricostruzione, un progetto speciale territoriale (Pst) che come strumento sovraordinato e già disponibile è per sua natura derogatorio rispetto ai singoli piani regolatori, che sarebbe in grado di dare un volto organico alla città-territorio. Ho provato ad eccepire che ricostruire a cinque/dieci chilometri di distanza, in comuni polvere che la legge prevede debbano nei prossimi mesi associarsi, le stesse tre, quattro, cinque scuole che c’erano prima, è pura follia. Eppure questa posizione ha visto gli amministratori assenti perché occupati a difendere il proprio orticello.

È questo sig. Direttore l’addebito maggiore che si deve muovere alla classe dirigente aquilana: la difesa strenua di piccoli interessi. Flusso di denaro costante (accise) e un Pst per ridisegnare una città territorio. Idee semplici come Lei chiede, alle quali viceversa si è preferito l’atto estetico, il beau geste, di riaprire la movida in centro, tra puntellamenti e cantieri, con costi milionari e altissima pericolosità potenziale. Gli aquilani non hanno umiltà? È possibile, ma soltanto perché sono convinti che l’umiltà sia una forma particolarmente odiosa di superbia. Né riteniamo ci sia ipocrisia laddove molti esprimono sprezzanti giudizi sugli aquilani. L’ipocrisia è un modo sottile di pensare in doppio. Chi esprime giudizi così sprezzanti sugli aquilani, ammesso che pensi, lo fa poco e male. Cionondimeno quando la menzogna si trasforma in vox populi, ciò non deve essere sottovalutato. Speriamo che con il tempo, coi sacrifici necessari e con la capacità di risorgere, si riesca a ribaltare questa menzogna che unisce al danno anche la beffa!