Porti, Termoli dice sì al patto con Pescara

Prime adesioni alla proposta lanciata da D'Alfonso di creare un'agenzia portuale unica per Abruzzo e Molise. Il sindaco di Termoli: "Sì all'unione con Pescara". Lo scalo molisano ha problemi di dragaggio simili a quelli del porto canale
PESCARA. «Sono d'accordo e disponibile, magari riuscissimo a realizzarla». Piace, al sindaco di Termoli Basso Antonio Di Brino (centrodestra), l'idea dell'ex sindaco pescarese di centrosinistra Luciano D'Alfonso di un'unica agenzia portuale che affronti e superi i problemi comuni di Abruzzo e Molise. A cominciare dal dragaggio.
«Un'idea che vale per il dragaggio, che a Termoli è atteso dal 1999», riferisce il sindaco Di Brino, «ma anche per avviare i collegamenti con la Croazia e i Balcani che ci consentirebbero forti scambi turistici e commerciali con l'altra sponda dell'Adriatico».
Pensa al turismo religioso il primo cittadino di Termoli che, in carica da un anno, ha messo tra le sue priorità l'istituzione di un collegamento con l'isola di Polce, con cui ha avviato l'iter di gemellaggio: «In pochi sanno che l'isola croata, proprio di fronte a Termoli, si trova a venti minuti di macchina dal santuario di Medjiugorje, collegato con il solo porto di Ancona. Unendo le forze, Pescara e Termoli potrebbero ottenere un collegamento stabile, magari due giorni a settimana per uno, in grado di garantire a entrambe un turismo religioso di notevole importanza. Come Comune», va avanti Di Brino, «stiamo cercando di rafforzare questo rapporto di amicizia politico-istituzionale con le regioni e i comuni della Croazia. Se anche la Regione Molise e Pescara si unissero a noi in questo sforzo, anche attraverso una comune agenzia portuale, raggiungeremmo più velocemente questo obiettivo. Lo stesso vale per il dragaggio: Termoli lo aspetta almeno dal 1999. Ora abbiamo avuto il finanziamento, sembra in dirittura d'arrivo».
Passaggi e lungaggini che l'agenzia portuale illustrata due giorni fa da D'Alfonso al Centro andrebbe ad accorciare anche attraverso l'acquisizione di una draga da utilizzare «in una logica di macro regione». «Un'idea che non mi dispiace», ribadisce Di Brino, «ma che va studiata bene, anche per capire come inserirla nel contesto giuridico amministrativo di due città diverse. Per questo vanno coinvolte le rispettive Regioni».
Di parere opposto Antonio Spina, ex portavoce del comitato Porto di Pescara critico, in particolare, con la proposta di D'Alfonso di «impegnare il ministero dei Trasporti affinchè l'autorità portuale di Ancona si occupi dei porti dell'Abruzzo e del Molise».
Scrive polemico Spina: «Inutile che l'ex sindaco invochi adesso l'autorità portuale di Ancona, che è già piccola di per sè. L'onorevole Nino Sospiri si impegnò per avere la direzione marittima a Pescara per l'Abruzzo. Adesso almeno questa ci è rimasta di buono. È più che sufficiente per gestire i porti di Giulianova, Pescara, Ortona, Vasto, insieme con i Comuni e con la Regione, che è però ferma al quadro riferimento regionale 84 del 1994».
«In quanto alla draga», sostiene ancora Spina, «per evitare emergenze e lungaggini è meglio ricorrere all'affitto». E ancora: «I problemi sono a monte, perché se non si può dragare il bacino portuale vecchio e l'avamporto, è perché il fiume è inquinato ed è là che bisogna intervenire. E a valle, all'imboccatura del porto, perché le secche hanno superato le previsioni più pessimistiche».
Quanto alla ripresa «del cammino procedurale riguardante il piano regolatore portuale» sollecitata da D'Alfonso, conclude Spina: «Quello concepito durante la sua sindacatura ha aspetti discutibili e un difetto grande, quello economico. Invece si potrebbe ritoccare il porto attuale, in attesa di veder definito il quadro di riferimento regionale. Ma è il governatore che decide».
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