Porto, M5s chiama alla mobilitazione

4 Maggio 2014

I grillini: no alla seduta a porte chiuse, irromperemo in Comune con i cittadini. La Vas? Procedura illegale, pronto l’esposto

PESCARA. «Il porto ha bisogno di un progetto alternativo, molto più semplice e meno dispendioso», «l’iter per la procedura di valutazione ambientale strategica è stato al limite della legalità» e «non è possibile convocare un consiglio su un tema così importante a porte chiuse e a nove giorni delle elezioni». L’annoso problema del porto arriva per la seconda volta sul tavolo dei grillini e assume i contorni di una cronistoria fatta di negligenze, di iter anomali da chiarire con un esposto e con la proposta, lanciata dal candidato sindaco del Movimento 5 stelle Enrica Sabatini, dai candidati consiglieri comunale Manuela Galli e regionali Massimo Di Renzo e Massimo Melizzi, di un «progetto alternativo» che, come ha aggiunto Galli, «sia meno costoso e molto più semplice».

«No al consiglio sul porto a porte chiuse». A introdurre l’incontro è stata Sabatini che ha ricordato come uno dei temi più cari alla città non sia arrivato alle orecchie dei grillini solo in questo periodo elettorale «ma da molto tempo», ha detto, «solo che adesso è necessario che anche i cittadini possano parlare». E’ anche per questo che i grillini hanno bocciato la convocazione del consiglio comunale straordinario del 16 maggio dedicato al porto canale e chiesto dal capogruppo del Pd Moreno Di Pietrantonio. «Non è possibile», hanno detto i quattro rappresentanti del Movimento 5 stelle, «convocare un consiglio comunale straordinario così importante a porte chiuse e a nove giorni dalle elezioni: i cittadini devono sapere!», hanno proseguito chiamando a raccolta per quel giorno la città e invitandola a presentarsi con loro in Comune per bloccare i lavori.

«Vas, iter al limite della legalità». Dopo l’introduzione di Sabatini che ha presentato anche Antonio Spina, il rappresentante della marineria a cui «è stato messo il bavaglio» per aver osato denunciare le criticità del piano regolatore portuale, è stato il candidato consigliere regionale Melizzi a ripercorrere il percorso che ha portato all’approvazione della Valutazione ambientale strategica (Vas) per cui Melizzi ha annunciato un esposto in procura.

«La procedura prima ha impiegato due anni», ha detto, «perché non si riusciva a trovare un consulente che valutasse le osservazioni presentate e poi di colpo, il 4 aprile 2014, la Vas è stata approvata e tutto è andato a posto. Ecco perché, per noi, la procedura è stata portata avanti in una maniera ai limiti della legalità e ci riserviamo di fare un esposto». Ma secondo il nuovo piano regolatore portuale cosa sarà dello scalo pescarese? A parlare dei rischi è stato l’altro candidato consigliere regionale Di Renzo che alla platea che ascoltava stupita ha raccontato che «il porto, fino a questo momento, è stato un problema politico e non tecnico» e che «il rischio esondazione non è stato valutato perché la Vas non dà risposte in questa direzione a nessuna delle osservazioni. Quello che vogliamo sapere», ha detto ancora, «è perché per due anni si è proceduto come lumache e in un mese la Vas ha subìto un’accelerazione paurosa».

«Una manifestazione con i cittadini». A prendere la parola, poi, è stato Spina, il rappresentante della marineria che per primo denunciò i punti deboli del porto e, nel comitato di via Carducci, ha ricordato come a partire dal 2000, «dissi ai politici che prima o poi si sarebbe arrivati alla chiusura dello scalo, ma nessuno volle ascoltare».

Allo stato attuale, per i grillini, la politica sta snobbando i «principali rischi», ovvero «il rischio esondazione, il rischio di insabbiamento e la chiusura del porto turistico, il rischio per le navi e per i pescherecci» e anche per questo, hanno concluso, i quattro grillini chiedono ai cittadini di presentarsi in Comune il 16 maggio per impedire che un consiglio straordinario «su un tema così importante si faccia a porte chiuse».

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