Porto Pescara, negli ultimi 18 mesi persi 74 posti di lavoro

I dati del centro studi di Confindustria illustrati in un convegno sui problemi attuali e sul futuro del bacino pescarese

PESCARA. Con il mancato dragaggio del porto e al conseguente riduzione delle attività la perdita economica per le famiglie e lavoratori negli ultimi 18 mesi è stimata a 1 milione e 800mila euro, secondo dati del centro studi di Confindustria, con la cancellazione di 74 posti di lavoro nel porto e nell’indotto. E’ uno degli elementi più negativi emersi nel convegno “Andiamo in porto: uscire dall’emergenza e programmare il futuro del porto di Pescara”.

L'incontro si è svolto alla Camera di Commercio ed è stato coordinato da Antonella Allegrino. «Guardando al passato», ha detto la Allegrino, «abbiamo scoperto che che negli anni 70 il dragaggio si faceva con una draga stanziale. Poi questa pratica è andata scemando, fino alla sospensione. Ci siamo chiesti se il dragaggio fosse esperienza continuativa, stanziale, se anziché investire milioni di euro per l’emergenza si pensasse ad acquistare una draga, quanto costerebbe, cosa produrrebbe».

Un tavolo tecnico alla presenza di alcuni politici, aperto dal presidente dell'ente camerale Daniele Becci. «Sul porto di Pescara si sta vivendo una vera e propria tragicommedia», ha detto, «non si può parlare di porto senza parlare di fiume, fare interventi dal ponte della ferrovia in su, senza prevedere nulla per la foce». Per Bruno Santori, presidente di Confesercenti e operatore turistico, «in passato con 3 milioni di euro avremmo potuto dragare da Pescara fino a Bussi; invece questa cifra oggi non ci ha consentito di tirare fuori nemmeno un centimetro cubo. Esistono poi anche altri strumenti per procedere, come il partnerariato pubblico-privato».

Al convengno era presente anche Adriano Goio , commissario del bacino fluviale Aterno Pescara: «Il dragaggio senza una ristrutturazione non è risolutivo, è un’opera inutile. Il Prg portuale prevede di prolungare il fiume con argini artificiali oltre la diga foranea, così che il dragaggio lo farebbe naturalmente il fiume». L'assemblea ha visto la presenza del direttore tecnico dell'Arta Giovanni Damiani, e di Enzo Balducci, dirigente Settore Lavori Pubblici del Comune di Molfetta che ha portato avanti con successo le pratiche di dragaggio. Presenti anche Raffaella Massacesi, progettista del Prg portuale di Pescara, e il comandante della Capitaneria di Porto Luciano Pozzolano «Pescara attualmente è una trappola», ha detto il comandante, «Ritengo che a questo punto bisogna fare delle scelte: è un porto nazionale o regionale? Bisogna ripristinare il porto alla sicurezza e riconsegnarlo a un’economia regionale e nazionale. Per farlo si devono ripristinare i fondali con la vasca di colmata e riaprire il porto».

Paola M.S. Toro

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