Prezzi bassi, tanto caldo e forse un altro amore Così rinascono gli over 60

4 Aprile 2017

Dal Portogallo a Cipro a Cuba. Il professore di Chieti era uno dei tanti che hanno deciso di lasciare l’Abruzzo. Per mete dove l’assegno Inps vale ancora qualcosa

PESCARA. Fernando Ranni, il professore pensionato trovato morto a Santo Domingo, non era una mosca bianca, un sognatore votato all’avventura. Era uno dei tanti abruzzesi e dei tantissimi italiani che ogni anno decidono di godersi davvero una “pensione dorata” trasferendosi all’estero. Perché qui in Italia non c’è trippa per gatti. Gli assegni sono troppo bassi per mantenere il tenore di vita di quando si lavorava, a meno che non si appartiene al gruppo dei tremila abruzzesi (su un totale di 202 mila percettori di assegno previdenziale) che incassano ogni mese più di 3mila euro lordi al mese (e solo 390 di questi superano i 5mila). Tutti gli altri devono tirare la cinghia. E tanto, anche perché molti di loro, nel frattempo campano figli, nuore e nipoti. Diamo un po’ di cifre. Mediamente i redditi netti pensionistici sono di 13.760 euro l’anno (1.150 euro mensili). I pensionati da lavoro percepiscono 13.660 euro all’anno (1.140 euro al mese); i titolari di trattamenti di reversibilità ricevono 8.150 euro (660 euro mensili); i pensionati di invalidità e indennitarie dispongono di 7.640 euro (640 euro al mese) e i titolari di pensioni assistenziali beneficiano di 5 mila euro (420 euro al mese). E la situazione non cambierà se a qualcuno di loro a luglio arriverà la quattordicesima decisa dal governo.

E’ per questo che molti decidono di trasferirsi all’estero. In paesi più caldi e meno cari, dove darsi un po’ alla bella e meritata vita dopo trenta, quaranta anni di lavoro. E dove chi è solo spera anche di trovare un nuovo amore. Oggi è un passaparola, con i racconti (da ponderare bene) e i consigli di chi ha già fatto il gran passo. E con la lista della spesa messa sotto il naso dell’amico, vantando le meravigliose grigliate di pesce a dieci euro, e gli affitti a 300 euro spiaggia compresa.

Domani arriveranno anche le agenzie specializzate (in basso l’intervista alla prima nata in Italia) che offriranno ai pensionati chiavi in mano la nuova residenza, ritagliandola sulla base delle caratteristiche di reddito e di salute. Nel frattempo si moltiplicano i siti che danno notizie e servizi, come www.mollotutto.it o www.voglioviverecosi.it.

Per l’Istat sono 473mila gli over 60 italiani che vivono all’estero. E il flusso non sembra interrompersi. Ma quali sono le mete oggi più ambite?

Costa Rica, Thailandia, Filippine, Colombia, Brasile e Cuba, sempre più gettonata dopo l’apertura delle frontiere a gennaio 2013. E poi Panama, Canarie, Tunisia, Marocco, Capo Verde, Kenya, Bulgaria, Cipro, Malta. Vantaggi? Facciamo qualche esempio. In Thailandia si può pagare un affitto di 100 euro al mese, 15 euro per le bollette e pagare un pasto 1 euro e venti centesimi. C’è solo l’handicap della distanza. Ma basta non farsi prendere dalla nostalgia e limitare i viaggi. In Belize, altra nuova meta di ritiro, si punta sui vantaggi fiscali, che vanno dal rimborso di tutte le spese necessarie per il cambio di residenza, allo sconto del 50 per cento su tutte quelle di soggiorno temporaneo sostenute prima di acquistare o affittare una casa. A Panama chiunque abbia una pensione di almeno 700 euro al mese ha la garanzia della residenza quasi automatica. E così via. Tutto questo movimento ha naturalmente messo in moto in Italia la macchina del fisco, perché ogni anno escono dall’Italia ben 1 miliardo di euro per pagare le pensioni, mentre i consumi e il gettito fiscale diminuiscono. Il presidente dell’Inps Tito Boeri se ne è lamentato diverse volte invitando il governo a intervenire. A riequilibrare i conti sono i contributi previdenziali dei quasi 200mila immigrati che hanno lavorato nel nostro Paese ma non ricevono la pensione perché sono tornati nel paese d’origine. Oggi, comunque, le istruzioni dell'Agenzia delle entrate per i residenti all'estero prevedono che i redditi da pensione siano tassati in Italia, tranne che nei Paesi dove ci sono accordi contro la doppia imposizione. Dunque, quando si sceglie il paese, questo aspetto non va sottovalutato.

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