Processo D'Alfonso, l'accusa: "Villa comprata sottocosto"

Parla un investigatore della squadra mobile: D'Alfonso avrebbe pagato per la realizzazione della villa, avvenuta tra la fine del 2003 e la fine del 2006, molto meno rispetto al suo reale valore

PESCARA. E' stata quasi interamente incentrata sulla vicenda relativa alla villa di Lettomanoppello (Pescara) dell'ex sindaco di Pescara, Luciano D'Alfonso, la nuova udienza del processo Housework, su presunte tangenti negli appalti pubblici al Comune, in programma oggi a Palazzo di giustizia.

Fra i testimoni citati dal pm Gennaro Varone, il sostituto commissario della squadra mobile, Guido Camerano, che si è occupato delle indagini. Secondo quanto emerso nel corso dell'attività investigativa, D'Alfonso avrebbe pagato per la realizzazione della villa, avvenuta tra la fine del 2003 e la fine del 2006, molto meno rispetto al suo reale valore. Uno situazione che l'accusa mette in relazione con il fatto che, all'incirca nello stesso periodo in cui venivano svolti gli interventi nella villa, una delle imprese che vi lavorava, la Eredi Cardinale, avrebbe ottenuto commesse dall'allora amministrazione comunale pescarese.

Nella sua deposizione, Camerano ha parlato in particolare di sei affidamenti diretti o mediante trattative private ottenute dall'impresa per diversi lavori pubblici in città. Il commissario ha anche raccontato di accertamenti patrimoniali eseguiti nei confronti dell'ex sindaco e dei suoi più stretti collaboratori e di conti correnti, a lui intestati, "fermi", ossia senza uscite di denaro, per diversi mesi, tra il 2004 al 2006. Ha quindi riferito di acquisti effettuati da D'Alfonso in contanti come, nel caso, di una moto pagata 6.500 euro e parte di un'automobile (13 mila euro). Ha, inoltre, raccontato di un pranzo in un albergo romano di rappresentati della fondazione Europa Prossima, che sarebbe stato pagato dalla ditta Toto Spa.

Fra gli altri testimoni, il direttore generale della Soget, Gaetano Monaco, il quale ha riferito dei suoi rapporti con il giornalista Francesco Di Miero, al quale avrebbe pagato una fattura di 3.600 euro, per un lavoro poi di fatto mai svolto. Monaco ha raccontato di aver conosciuto Di Miero nel gennaio 2006, tramite l'ex sindaco, il quale gli chiese se la sua azienda poteva aver bisogno di una persona esperta in comunicazione. Il direttore della Soget ha tenuto a sottolineare che aveva tale necessit… e, quindi, di aver preso contatti con Di Miero.