Protesta al Senato con sdraio e lettini

Duecento balneatori a Tremonti: le nostre imprese sono a rischio

ROMA. Sdraio e lettini in piazza Navona, manifestanti di fronte alla sede del Senato per urlare «non lo permetteremo mai» e striscioni con su scritto: «No alla distruzione delle aziende turistiche balneari, le imprese familiari sono all'asta: il Governo dov'è?». Sono le 16 quando 200 balneatori si incontrano a Roma, di fronte a Palazzo Madama, per dare vita a un lungo sit-in per difendere gli stabilimenti, i posti di lavoro e gli investimenti.

E' questo quello che i balneatori hanno chiesto a tanti senatori e al ministro dell'Economia Giulio Tremonti. La rappresentativa più folta dei manifestanti era proprio quella formata dai balneatori di Pescara, Montesilvano e Francavilla: almeno cento i gestori degli stabilimenti che si sono accampati in piazza chi digiunando chi illustrando i problemi a parlamentari abruzzesi come Sabatino Aracu e ad alcuni senatori tra cui Gaetano Quagliariello, Paolo Tancredi e Andrea Pastore.

Il nocciolo della protesta è racchiuso nella direttiva Bolkestein e nel Decreto Tremonti sulla durata delle concessioni degli stabilimenti abbassata da 90 a 20 anni che metterebbe a rischio le attività. «A Tremonti ho detto che una concessione ventennale sarebbe drammatica per i balneatori: occorre portarla a 50 anni», dice Laila Di Carlo, moglie di Riccardo Ciferni presidente del Consorzio imprese balneari dell'Adriatico (Ciba) e titolare dello stabilimento Trieste. E' lei che si è staccata dalla protesta per esporre al ministro Giulio Tremonti, insieme ad altri colleghi toscani e marchigiani, l'incertezza in cui incorrerebbero tante attività spesso tramandate da generazioni. «Ero con Aracu quando abbiamo incontrato Tremonti che si è soffermato con la delegazione di balneatori per una decina di minuti. Ho chiesto al ministro chiarezza per migliaia di famiglie e si è detto disponibile a rivedere il decreto, a predisporre alcuni emendamenti per garantire la salvaguardia delle imprese. Ha riconosciuto che la durata ventennale delle concessioni è effettivamente esigua».

Nel 2015, secondo la direttiva Bolkestein, gli stabilimenti potrebbero essere messi all'asta vanificando, quindi, le storiche attività. Secondo il Decreto Tremonti, la durata delle concessioni passerebbe da 90 anni a 20 anni annullando gli investimenti e non assicurando più una sicurezza ai balneatori. A protestare contro questi provvedimenti c'erano i rappresentanti di buona parte del litorale, da Montesilvano a Francavilla: gli stabilimenti Ippocampo, Gilda, Plinius, Sirenetta, Prora, 4Vele, Croce del Sud, Acapulco, Trieste, Lido, Lido Beach, La lucciola, Nettuno, Miramare, Pepito Beach, Marechiaro, Apollo, Salus e tanti altri stabilimenti.

Tra questi, anche l'assessore al Commercio Stefano Cardelli gestore dello stabilimento Nettuno. «Abbiamo chiesto ai politici che il titolo concessorio si trasformi in diritto di superficie senza gara», ha proseguito Di Carlo, «e proposto una mediazione: una concessione di 50 anni che darebbe una maggiore certezza d'impresa». Il sit-in continuerà anche oggi e il presidente della Provincia Guerino Testa sarà ricevuto da Gianni Letta.

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