Provincia, dubbi sui rimborsi benzina dei consiglieri

Una legge del 2008 fissa dei limiti alle spese chilometriche Ma l’ente fa i calcoli con le tariffe più alte dell’Aci

PESCARA. I consiglieri provinciali avrebbero ricevuto fino ad oggi rimborsi benzina più alti del limite fissato dalla legge. Il dubbio sorge leggendo attentamente il provvedimento del 6 agosto 2008, numero 133, che fissa un limite ben preciso ai rimborsi. Ecco cosa dice l’articolo 77-bis, comma 13: «Al fine di assicurare il raggiungimento degli obiettivi del patto di stabilità interno, il rimborso per le trasferte dei consiglieri comunali e provinciali è, per ogni chilometro, pari a un quinto del costo di un litro di benzina».

Ma gli uffici dell’ente continuano a fare i calcoli sulla base delle tariffe chilometriche dell’Aci, decisamente più elevate. Un sistema, quest’ultimo, che ha consentito fino ad oggi di far lievitare le buste paga dei consiglieri. Tutti quelli che abitano fuori Pescara, infatti, usufruiscono di questo benefit. I consumi della benzina vengono rimborsati sia per le trasferte istituzionali, sia per gli spostamenti da casa alla Provincia e ritorno. Entrambi i tipi di viaggi sono equiparati: basta un’autodichiarazione. Ci sono politici che riescono a intascare, in questo modo, tra i 1.200 e i 1.400 euro al mese. Quasi uno stipendio di un dipendente pubblico.

«Sono sicurissimo che i calcoli della Provincia sono giusti», ribatte il presidente del consiglio Giorgio De Luca, il politico che percepisce i rimborsi più alti, «la legge fa riferimento solo alle trasferte e non agli spostamenti dal luogo di residenza fino a Pescara. In quest’ultimo caso, si fa riferimento al nostro regolamento che prevede di applicare i costi chilometrici indicati dall’Aci».

Chi ha ragione? La Provincia rappresenta, tuttavia, un caso quasi unico nel panorama degli enti locali italiani. Basta navigare su Internet per verificare che tutti, o quasi, hanno recepito nei loro regolamenti ciò che stabilisce la legge del 2008, cioè rimborsi non superiori a un quinto del prezzo medio al litro della benzina. La differenza tra i due sistemi di calcolo è notevole. In base alla legge, i consiglieri dovrebbero percepire come rimborso una cifra non superiore a 0,35 euro al litro (un quinto del prezzo medio alla pompa di 1,771). Invece, le cifre riportate dall’Aci sono diverse. I costi chilometrici, calcolati tenendo conto del tipo di auto e della cilindrata, possono arrivare addirittura a 2 euro per una super car, con il caso limite di una Lamborghini di 2,36 euro al litro. Fortunatamente, i consiglieri provinciali non hanno auto così potenti. Il caso più eclatante è quello di De Luca che si fa rimborsare 0,84 euro a chilometro per la sua Mercedes per spostarsi da Manoppello, suo luogo di residenza, a Pescara e ritorno. Ora, moltiplicando questa cifra per i 1.536 chilometri percorsi nel mese di settembre, si arriva a 1.291,09 euro. Se l’ente avesse applicato la legge, il rimborso sarebbe stato di 0,3542 euro a chilometro, per un totale di 544,02 euro. Quasi la metà di quanto è stato pagato dalla Provincia. Al di sopra dei limiti di legge anche il rimborso versato al consigliere di Fli, nonché vice presidente del consiglio provinciale Roberto Pasquali. La tariffa Aci applicata per i suoi spostamenti da Penne a Pescara è di 0,54 euro. Rimborso versato, 662 euro per 1.216 chilometri. Con la legge, la spesa per l’ente si sarebbe fermata a 430,70.

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