Provincia: stop alla giungla degli affitti

Bloccati i vecchi contratti dell'ente a canoni stracciati, sette inquilini non pagano nulla

PESCARA. L'amministrazione provinciale ha dato il via all'operazione pulizia nella giungla degli affitti. La giunta ha approvato una delibera che blocca il rinnovo automatico di tutti i contratti in scadenza, in modo da procedere a un ricalcolo dei canoni di locazione. Da un allegato al bilancio, varato prima di Natale, è emerso che alcuni inquilini non pagano nulla da anni. Ieri, l'assessore al patrimonio Aurelio Cilli e il dirigente del settore Mario Lattanzio hanno fatto luce su questa vicenda che si trascina, in alcuni casi, dagli anni Cinquanta. Intanto, l'ente sta pensando di mettere in vendita alcuni beni. Tra questi, figura l'enorme area dell'ex Napolplast.

CHI NON PAGA NULLA «Sono dipendenti della Provincia, o i loro eredi, gli inquilini che non pagano», ha rivelato l'assessore. «Occupano alloggi assegnati dagli anni Cinquanta», ha aggiunto il dirigente, «hanno deciso autonomamente di non versare più il canone per compensare le spese sostenute in passato per la ristrutturazione dell'appartamento affittato dalla Provincia. E' in corso un contenzioso tra loro e l'ente». Per questo, in bilancio è stata prevista un'entrata pari a zero. Gli inquilini che non pagano nulla sono in tutto sette, risiedono in due palazzine della Provincia: una in via Foscolo, in pieno centro e a due passi dalla riviera e l'altra in via Caboto, nelle vicinanze del lungofiume. «Ci sono inquilini che hanno il contratto scaduto dal 1998 e non pagano il canone da allora», ha fatto notare il dirigente, «abbiamo avviato la procedura per liberare gli alloggi, ma si è bloccata per i contenziosi».

FITTI STRACCIATI Gli affitti dell'ente sono tutti da aggiornare. Ci sono alcuni privati che pagano regolarmente, ma il canone non supera i 120-150 euro al mese in appartamenti in via Foscolo di 90-110 metri quadrati. Il caso più eclatante è in via Caboto: una famiglia versa per la casa in locazione 89 euro al mese. I loro contratti di affitto non sono mai stati aggiornati in tutti questi anni. «Venivano rinnovati tacitamente», ha affermato Lattanzio, «senza neanche applicare l'aggiornamento Istat». Per questo, l'assessore al patrimonio è corso ai ripari e ha fatto approvare alcuni mesi fa una delibera per bloccare il rinnovo di questi contratti. «Abbiamo anche costituito un gruppo di lavoro per procedere a un aggiornamento dei canoni», ha precisato il dirigente.

BENI IN VENDITA Non è finita qui. L'amministrazione provinciale ha deciso di disfarsi di alcuni immobili per fare cassa. Tra questi, guarda caso, figurano i palazzi di via Foscolo e via Caboto, dati in affitto a prezzi stracciati. L'edificio di via Foscolo è stato valutato dall'Agenzia del territorio 1,9 milioni di euro. Quello di via Caboto, 650mila. L'ente resta in attesa della valutazione dell'ex Napolplast. Si tratta di un'area di tre ettari, in via Salara vecchia, soggetta alle norme restrittive del Piano di rischio aeroportuale. Gli edifici non possono superare un'altezza massima di 9 metri. Secondo il dirigente, il valore si aggira sui 3 milioni.

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