QUALCOSA SI MUOVE ANCHE IN ABRUZZO
Non è vero che tutto va male, per qualcuno la crisi è una iattura vera, per qualcun altro è un comodo alibi per non fare la sua parte, addossando al disastro generale colpe che, invece, sono solo sue. Qua e là ci sono deboli, ma significativi, segnali di ripresa, che arrivano sia dal sistema Italia sia, più vicino a noi, dalla realtà abruzzese. È a questi segnali che bisogna aggrapparsi, per riconquistare almeno un po’ di fiducia, presupposto di qualsiasi vera ripresa. Vediamoli:
1) a livello nazionale finalmente comincia ad allentarsi la morsa delle tasse: a giugno non pagheremo l’Imu, dopo che e'stata rinviata la temutissima Tares; i tassi d'interesse calano ancora, anche se avere un prestito in banca è sempre un’impresa; e cala il prezzo dei carburanti, mentre riprendono a salire gli ordini di macchine nuove, dopo anni di cali a due cifre. Più in generale: c’è la consapevolezza che di troppa austerità si muore. E infine, piaccia o no, abbiamo un governo, che è sempre meglio della situazione d’incertezza di una settimana fa.
2) in Abruzzo c’è chi non ha perso la voglia di intraprendere e investire: la Dompé, multinazionale del farmaco, scommette altri sette milioni per far crescere all’Aquila, mentre a Vasto riparte la produzione di biodiesel in una fabbrica che sembrava perduta, la Ecofox, e un gruppo di Pretoro rileva impianti e marchio della Lazzaroni di Isola del Gran Sasso. Importantissimo poi che i due colossi industriali della regione abbiano tenuto bene: la Fiat Sevel di Atessa continua a produrre più di 200 mila Ducato all'anno, mentre la De Cecco di Fara San Martino aumenta fatturato, margini e occupazione, affiancando i sughi pronti alle produzioni tradizionali di pasta e olio.
Elencare questi squarci di luce non significa ignorare tutto il buio che ancora resta intorno. Ma un giornale ha il dovere di valorizzare anche il buono che c’è, senza crogiolarsi nel compiacimento che molte testate (e molti politici) hanno nel gridare allo sfascio. Non ci sono più alibi per fare quel poco o quel tanto che è nelle nostre possibilità. Per quel che ci riguarda, offrendo ai giovani anche qualche esempio positivo, non per imbrogliarli con false speranze, ma per riaffermare che un mix di buone idee e voglia di fare possono ancora portare lontano. Non è vero che tutto va male.
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