"IL MESSAGGIO NELLA BOTTIGLIA"
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Ormai non potevo più andare a correre in spiaggia. Fu dopo il mio primo infarto che i medici me lo proibirono. Incominciai, allora, a fare lunghe passeggiate ogni mattina. Mi piaceva il rumore delle onde. L'odore dell'aria. La tenera freschezza della sabbia. Rimanevo spesso disteso a pochi passi dall'acqua, in contemplazione, guardando l'orizzonte lontano. Cercavo conchiglie e sassi. Ogni anno la mia raccolta aumentava sempre di più. Fu in una di quelle ricerche che la vidi. Non ne parlai né con mia moglie né con i miei figli. Corsi a casa e, attento che nessuno mi vedesse, la nascosi in cantina. A tavola fui attento. Non volevo tradirmi, manifestando l'emozione che provavo per la mia scoperta. Aspettai il giorno seguente. Mi alzai presto come al solito. Ma non andai a passeggiare. Erano anni che non mancavo al mio appuntamento con il mare. Ma quel giorno avevo qualcosa di più importante da fare. Scesi in cantina. Ero talmente nervoso che scendendo gli scalini caddi e persi i sensi. Quando mi svegliai erano passate ore e non ero più in grado di camminare. Sentivo le voci dei miei familiari mescolarsi con quelle dalla TV. Avrei potuto urlare e i miei soccorritori sarebbero arrivati in un attimo. Ma non potevo. Mi trascinai carponi verso il baule. Lo aprii e la trovai così come l'avevo riposta. La bottiglia che avevo trovato in spiaggia il giorno rima. Era lì che l'avevo nascosta. Gambe e schiena mi facevano un male atroce. Era un dolore che veniva da dentro le ossa. Ma cercavo di ignorarlo consapevole dell'assoluta importanza della mia missione. Una bottiglia trasparente con all'interno un foglio giallo di tempo; so che adesso potrei sembravi uno stupido: un uomo alla soglia delle vecchiaia che perde la testa per una sciocchezza da bambino. Tolsi il tappo di sughero e la svuotai a terra. Toccai finalmente quella carta. Fu mio figlio maschio, il piccolo, a trovarmi per primo. Ero a terra con il pugno chiuso davanti al baule aperto. L'ambulanza arrivò in fretta. Ma fu tutto inutile. Il secondo infarto mi aveva stroncato per sempre. Sul foglio c'era scritto solo un nome. Il mio
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