Ragazzina violentata a Rancitelli, il 13enne: «Mi dissero “cancella i messaggi”»

Pescara. Chiuso anche l’incidente probatorio: vittima, testimoni e presunti responsabili confermano la violenza. E il minorenne non imputabile, ritenuto l’esecutore, rivela i contatti successivi con il maggiorenne
PESCARA. Si è concluso l’incidente probatorio per ascoltare alcuni dei personaggi chiave dell’inchiesta sugli abusi su una minorenne. E dopo quest’ultimo passaggio tecnico eseguito dalla procura di Pescara e da quella dei minori dell’Aquila, potrebbe ritenersi virtualmente conclusa l’inchiesta sullo stupro di gruppo avvenuto il 13 febbraio scorso in un palazzone di Rancitelli. Quel giorno una ragazza di 17 anni, fuggita da una comunità di Ripa Teatina con un’amica sua coetanea venne abusata in un vano semichiuso sotto un palazzo di Rancitelli dopo che, secondo l’accusa, l’avevano fatta ubriacare con della vodka. Si tratta dello stesso palazzo dove abitano i due fratelli (uno maggiorenne, l’altro minorenne) che quel pomeriggio, dopo essere stati contattati dalla vittima, condussero le due minori in quel fondo scala teatro dello stupro, per poi essere arrestati con l’accusa di violenza sessuale di gruppo. Da quanto ricostruito, quella sera in quell'atrio non visibile dalla strada successe di tutto, come ribadito dalle testimonianze cristallizzate nell'incidente probatorio che le due procure ritengono in grado di blindare l'inchiesta.
Il terzo indagato di questa storia, non imputabile in quanto al momento del fatto non aveva ancora 14 anni, è il minore che avrebbe abusato della ragazzina alla presenza dei due fratelli che lo avrebbero incitato: «Vai, vai», toccando la ragazza e mimando anche un rapporto. L'incidente probatorio, richiesto dalla pm di Pescara Anna Benigni che conduce l'inchiesta sul maggiorenne, è stato effettuato per la prima volta in maniera congiunta anche dalla procura minorile che aveva le stesse esigenze istruttorie. Per la prima volta, dunque, due gip (Mariacarla Sacco di Pescara e Cecilia Angrisano, presidente del Tribunale dei minori dell'Aquila) hanno in contemporanea ascoltato i testi e gli indagati per i quali si chiedeva la cristallizzazione delle testimonianze, così da farle entrare direttamente nei due rispettivi fascicoli.
Per chiudere definitivamente il procedimento, manca soltanto il deposito della consulenza affidata a una psicologa: una relazione tecnica richiesta sempre nell'ambito dell'incidente probatorio per accertare se i soggetti ascoltati siano capaci di riferire in merito ai fatti. E stiamo parlando della vittima degli abusi e dell'amica di quest'ultima, del minore non imputabile autore della violenza e di altri due minori, amici del gruppetto, che vennero a sapere del fatto (anche di quella foto che sarebbe circolata fra loro e che ritraeva l’abuso sessuale) o che videro quel tavolo di plastica usato dal violentatore, e la bottiglia di vodka. Tutti, comunque, avrebbero confermato quanto già riferito alle due procure, compreso il minore non imputabile che avrebbe confermato gli atti compiuti con la minore ubriaca, peraltro convinta di trovarsi alla presenza di un ragazzo che le piaceva e che aveva conosciuto in passato: segno del suo totale stato confusionale. Il minore ha negato il rapporto completo e affermato di non aver mai visto la vodka, ma soltanto una bottiglia di aranciata, come sostiene il maggiorenne arrestato che ha sempre negato di aver fatto ubriacare le ragazze, a suo dire già in uno stato di alterazione quando le aveva incontrate.
Lo stesso minorenne non imputabile ha anche ribadito che il maggiorenne, dopo che gli investigatori gli avevano sequestrato il telefono, lo invitò a cancellare tutti i messaggi sul suo cellulare: «Mi disse che tanto a me non fanno niente perché sono piccolo. Mi ha anche raccontato tutto quello che aveva risposto al magistrato. Mi disse anche che aveva raccontato di non avermi visto fare niente con la ragazza, ma soltanto di avermi visto mentre mi rialzavo i pantaloni».
La procura di Pescara conta molto anche sulla riconosciuta attendibilità delle due ragazze le cui versioni sono in linea di massima sovrapponibili, anche se si discostano per alcuni particolari che non fanno altro, però, che confermare la genuinità delle loro dichiarazioni.

