Spaccio di droga nel palazzo di via Tavo: «Chi protesta viene aggredito»

Denuncia del consigliere Pettinari: «Fino a 240 clienti al giorno. Le persone oneste ostaggio di pochi». L’edificio dietro al Manthoné gestito dalle “sentinelle” e lasciato al buio la sera: «Così non si vive»
PESCARA. Sono 240, al giorno, gli acquirenti accolti dalle cosiddette “vedette” ogni tre minuti. E così, considerando una somma media di 20 euro a dose, si arriva a 4.800 euro giornalieri di incasso illecito. Un’attività di spaccio di sostanze stupefacenti portata avanti in un palazzo di via Tavo, al civico 229. Un traffico continuo di auto, con persone che entrano nel portico ed escono dopo circa 5 minuti. Lo stabile si trova alle spalle dell’istituto Manthoné, nel quartiere Rancitelli e di ingressi ne ha due. Il bilancio di chi, ogni giorno, si reca sul posto, per acquistare droga, viene stilato dai consiglieri comunali del gruppo civico Domenico Pettinari e Massimiliano Di Pillo, che chiedono al prefetto vicario di coordinare le iniziative utili a ripristinare la legalità. Le segnalazioni di alcuni residenti, stanchi di vivere nella paura, li hanno spinti a verificare cosa accade in zona.
Nelle ultime settimane hanno effettuato degli appostamenti, constatando un continuo viavai. «Siamo nel nuovo fortino della droga, quello che possiamo definire il ferruccio», dice Pettinari. «Lo stabile in questione ha un porticato chiuso con una recinzione in ferro. All’interno vi stazionano le sentinelle, che accolgono gli acquirenti. Si recano nei piani superiori, per poi riscendere e consegnare qualcosa nelle mani degli avventori. Il palazzo appare quasi blindato, perché occupato da queste sentinelle che stazionano nel porticato, salendo e scendendo di continuo. Entrare all’interno dello stabile diventa difficile, una sorta di impresa, visto che bisogna superare una frontiera, presidiata dai soldati della malavita che, con fare minaccioso, osservano tutto, per poi recarsi sulle scale».
Nel palazzo vivono anche cittadini onesti che si barricano all’interno dei propri appartamenti perché terrorizzati. Il viavai quotidiano li terrorizza soprattutto la sera, quando gli interruttori della luce non funzionano, per consentire agli spacciatori di procedere indisturbati. «Basta uno sguardo di troppo o una richiesta legittima per finire aggrediti e insultati. In queste condizioni non si può vivere», dice Pettinari. «E ai traffici illeciti, soprattutto quando non viene percepita la presenza di persone estranee, si aggiunge il degrado. Alcuni giorni fa un residente del palazzo ci ha segnalato la presenza di deiezioni umane per le scale interne».
Di qui le richieste alle istituzioni, ognuna per le proprie competenze. «Al sindaco Carlo Masci chiediamo di inviare sul posto gli agenti della polizia locale per relazionare sugli inquilini e sulla permanenza dei requisiti in capo agli stessi», sottolinea Pettinari. «L’amministrazione deve procedere con provvedimenti di decadenza senza ulteriore indugio, ma per fare questo deve potenziare gli uffici delle Politiche della casa, al momento carenti di personale. L’Ater, in quanto proprietario dell’immobile, deve attivarsi immediatamente per ripristinare la funzionalità dei servizi di illuminazione».
I due consiglieri comunali sollecitano poi le forze dell’ordine ad attivare iniziative investigative tese allo smantellamento della piazza di spaccio. «Chiediamo al prefetto vicario di coordinare le iniziative necessarie, al fine di smantellare la piazza di spaccio in questo fazzoletto di terra».
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