Rapino (Pd) a Forza Italia: «Il Pronto soccorso resta»

Penne, il segretario dei democratici rassicura sul futuro del reparto d’emergenza Ma il direttore dell’ospedale avverte: «Alcuni pazienti finiranno a Pescara»

PENNE. Il futuro dell'ospedale San Massimo di Penne, così come tutta la riorganizzazione sanitaria regionale, continuano ad essere tema acceso e controverso. Dopo le esternazioni allarmistiche sul futuro dei pronto soccorso dei vari presidi ospedalieri regionali da parte del capogruppo regionale di Forza Italia Lorenzo Sospiri, è stato il segretario regionale del Pd Marco Rapino a dire la sua.

«Sappiamo», ha detto Sospiri, «che i pronto soccorso che verranno chiusi e nei quali resterà solo un’ambulanza per il primo intervento e per portare i pazienti in altri ospedali, saranno quelli di Popoli, Atessa, Guardiagrele e Ortona. I pronto soccorso che si occuperanno della stabilizzazione del paziente, che dovrà essere trasferito altrove ove ci fosse bisogno di Emodinamica o Neurochirurgia (in pratica si interverrà fino al codice giallo) sono quelli di Penne, Sulmona, Giulianova, Atri e Castel di Sangro. In sostanza con un disegno, che definirei folle, si vuole accentrare la rete delle emergenze urgenze nei presidi dei quattro capoluoghi di provincia e Avezzano, causando di fatto dei pesantissimi disagi alle aree interne».

Per il segretario del Pd Marco Rapino, la situazione non sarebbe così allarmistica. «Le dichiarazioni del consigliere regionale Sospiri, riguardo il declassamento o la chiusura dei vari pronto soccorso», ha affermato, «sono infondate, oltre che pericolose, perché si gioca sulla paura dei cittadini. E le ragioni della campagna elettorale non possono legittimare tale atteggiamento irresponsabile.

«Sospiri», ha puntualizzato Rapino, «dimentica, ancora una volta, che nonostante il pronto soccorso dell’ospedale di Penne sia ben sotto i 20.000 accessi l’anno, questo ha continuato e continuerà la sua attività, perché rientra nella classificazione di ospedale di area disagiata. Ricordiamo al capogruppo di Forza Italia che tale status prevede e garantisce l’attività di pronto soccorso che dispone di personale medico dedicato predisposto all’emergenza-urgenza e quindi dei servizi necessari alle attività di medicina interna e di chirurgia generale ridotta, un reparto di 20 posti letto di medicina generale con un proprio organico medico e infermieristico. Il tutto, ovviamente, in continuo rapporto e collegamento con il centro hub o spoke più vicino che, nel caso specifico, è Pescara».

Abbiamo chiesto anche al direttore sanitario del San Massimo Rossano Di Luzio quale sarà il ruolo del pronto soccorso e, in generale, dell’ospedale di Penne come struttura di area disagiata. «Come ospedale di zona disagiata», ha spiegato, «il pronto soccorso rimane. Il problema è che non essendoci più unità operative e quindi reperibilità di alcuni medici, vedi chirurghi, cardiologi, ortopedici, nelle ore notturne e nei festivi molto dovrà essere dirottato su Pescara».

©RIPRODUZIONE RISERVATA