Revocata la concessione allo stabilimento Eriberto: ora lo sgombero e poi l’asta

Pescara, indagini della Finanza. L’ultima società titolare dello storico stabilimento è risultata inattiva e in costante perdita. Adesso ha 90 giorni di tempo per liberare i locali, poi l’immobile di 1.063 metri quadrati andrà al Comune
PESCARA. Il salone delle feste di oltre mille metri quadrati, chicca pescarese sul mare, ritrovo mondano della città e ambiente appartato per riunioni tra politici e industriali. Questa la vecchia e nostalgica cartolina di Eriberto, stabilimento simbolo della riviera adriatica tra gli anni '60 e '90, ormai da oltre venti anni diventato ritrovo di senzatetto e disperati che bivaccano tra gli interni del vecchio lido, tra pile di sedie, lettini e ombrelloni. È scattata la revoca della concessione demaniale per lo stabilimento aperto e fondato da Eriberto Mastromattei, l’inventore delle palme, il primo a portare i campi da tennis a due passi dal mare. Dopo la morte dello storico titolare nel 2008, lo stabilimento è passato di mano in mano tra una selva di gestori e finito impantanato in un intoppo burocratico che lo ha ridotto a un quasi rudere ritrovo di barboni. Con l’operazione eseguita dalla Guardia di finanza, la partita si riapre e per lo stabilimento dei vip pescaresi c’è possibilità di futuro.
LA REVOCA. A eseguire l’operazione nei giorni scorsi sono stati i militari del Roan, la componente aeronavale della Guardia di finanza di Pescara, diretta dal colonnello Matteo Guerra. L’approccio sinergico dei militari della Stazione navale con i tecnici del Comune, dell’Agenzia del demanio e della Capitaneria di porto, ha permesso di verificare la legittimità della concessione dello stabilimento balneare, a ridosso della chiesa di Sant’Antonio. Dai riscontri effettuati dalle fiamme gialle, coordinate dal luogotenente Gianluca Altobello, è emerso che la ditta concessionaria, inattiva dal punto di vista economico-fiscale, priva di lavoratori e in costante perdita, si palesava come “società di comodo”. Vale a dire non operativa da diversi anni e usata, nella maggior parte dei casi, non per svolgere attività d’impresa, ma bensì per usufruire di determinati benefici giuridici e fiscali.
STATO DI ABBANDONO. Dopo la gestione di Mastromattei, interrotta nel 1989 quando comprò il Jambo, lo stabilimento in centro è stato preso in carico da vari gestori fino a un lento declino iniziato nel 2008. Del glorioso Eriberto, da vent’anni, sono rimasti gli interni lasciati alla mercé di balordi e disperati. Uno stato di «abbandono e di pericolosità per l’incolumità pubblica», dice la guardia di finanza in una nota, che ha portato alla segnalazione dello stabilimento e al conseguente avvio del procedimento per la decadenza della concessione demaniale. Un’operazione a tutela dell’ambiente e del demanio marittimo che si inserisce in un più ampio programma di monitoraggio del territorio eseguito quotidianamente dalla Fiamme gialle, finalizzato al recupero delle aree degradate da ricondurre al buon utilizzo a vantaggio della collettività e del decoro urbano.
I 90 GIORNI DI TEMPO. Nei giorni scorsi, la Guardia di finanza ha dunque notificato l’atto agli attuali gestori, una società di Latina, nel Lazio. La società ha ora 90 giorni di tempo per ripristinare lo stato originario dello stabilimento e la successiva riconsegna dell’area di circa 1.063 metri quadrati nelle mani del Comune. Non è escluso che nei prossimi giorni la società possa presentare un ricorso o eventuali memorie difensive. Una partita appena aperta, dunque, per il noto stabilimento della riviera nord.
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