«Ridateci la Stella Maris tenerla chiusa è un orrore»
Le proposte dei cittadini per salvare l’ex colonia da abbandono e degrado «Sì a spazi per scuole, anziani, mercati e concerti: così l’edificio può rinascere»
MONTESILVANO. Creare spazi destinati agli anziani, aprirla alle scuole o dare vita a un polo culturale. «Purché l’aeroplano torni a volare». Sono le proposte dei montesilvanesi per il rilancio della Stella Maris. In molti vorrebbero che venisse aperta al sociale, ma c’è anche chi pensa che andrebbe recuperata la sua funzione di un tempo. Un filo conduttore lega le variegate idee: salvare Stella Maris dall’abbandono.
«È bellissima ed è un peccato che sia lasciata così», è il commento di Marco Paolone, «si potrebbe pensare un po’ di più al sociale, creando un centro per anziani con uno spazio verde intorno. O farla tornare a essere una colonia».
Per Ernesto Dal Degan, di origini veronesi, l’aeroplanino del mare potrebbe ospitare «i bambini delle elementari. Qui avrebbero lo spazio anche per giocare. Ma non si possono far partire i lavori, interromperli e abbandonarla di nuovo. È uno spreco di denaro pubblico».
Ha assistito alla seduta straordinaria del consiglio comunale nel piazzale dell’ex colonia marina Samuele Vendraminetto, universitario: «La proposta di spostarci gli uffici comunali non ha senso, così come quella di crearci un pattinodromo, che andrebbe a rovinare la struttura», spiega, «se è stata creata per i figli del popolo dovrebbe continuare ad avere questo scopo. Sono favorevole alla proposta di creare un distaccamento del posto di polizia provinciale. Ma bisogna salvarne anche la vocazione sociale. Ci si potrebbe creare una mensa per i poveri, un ostello della gioventù o una struttura ricettiva per gli studenti».
Per Paola Morrone, la Stella Maris «non è una priorità. È di proprietà della Provincia ed è compito della Provincia occuparsene. Non spetta a nessun amministratore comunale decidere su qualcosa che non gli appartiene. È inutile farci un consiglio. A Montesilvano ci sono tanti problemi ben più importanti da risolvere».
Simone Di Matteo, giovane neolaureato, ha in mente più di una soluzione: «La zona esterna si potrebbe utilizzare come spazio per mostre, eventi, mercatini, concerti nel periodo primaverile ed estivo. La zona centrale anteriore come struttura ricettiva turistica, in modo da creare economia e nuovi posti di lavoro anche stagionali. La parte posteriore potrebbe divenire un polo culturale permanente con laboratorio artistico annesso e corsi di formazione professionale. E ospitare uno spazio sociale per anziani e bambini in età prescolare».
Diverse anche le proposte di Claudio Ferrante dell’associazione Carrozzine Determinate: «Potrebbe essere creato il “gruppo appartamento”, rivolto ad adulti disabili con scarso o nullo supporto familiare. O strutture per le associazioni che svolgono funzioni di aggregazione». Tra le idee, quella di portarvi «strutture di accoglienza per turisti e colonie estive» accessibili a tutti.
Rosa Anna Buonomo
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