Rifiuti e politica, intreccio di 4 indagini

I legami tra gli affari di Spoltore e l'immondizia di Montesilvano e Teramo
SPOLTORE. Rifiuti e politica, assunzioni di amici e favori, contributi per la cultura e volumetrie da spartire. Si intrecciano le inchieste sugli affari di Spoltore, sull'immondizia e sui concorsi di Montesilvano e sul termovalorizzatore da costruire a Teramo o a Città Sant'Angelo. Il copione del film raccontato in quattro inchieste è già visto: la pubblica amministrazione gestita come una ditta privata.
Sui rifiuti è Luciano Vernamonte l'anello che lega le inchieste di Spoltore, Montesilvano e Teramo: il vicepresidente dell'Ecologica srl, 68 anni, finito ai domiciliari per 15 giorni con il sindaco di Spoltore Franco Ranghelli e con l'ex presidente del consiglio regionale Marino Roselli, è ritenuto dalla squadra mobile «uomo di fiducia» di Rodolfo Di Zio. Di Zio, imprenditore della Deco spa, azienda di Spoltore che detiene anche una quota dell'Ecologica, è indagato nel versante teramano dell'inchiesta sui rifiuti. A Di Zio Vernamonte confessa: «Il discorso del termovalorizzatore lo dobbiamo portare assolutamente e perché non ce lo possiamo fare scappare, Città sant'Angelo o non Città Sant' Angelo».
Ma c'è un altro elemento che avvicina Spoltore, Pescara e Montesilvano. Il presidente del consiglio di Spoltore è Valerio Spadaccini, ex An passato con Ranghelli: per l'accusa, il 10 dicembre del 2007 Lorenzo Sospiri, coordinatore provinciale Pdl, consegna al figlio di Spadaccini le soluzioni per i concorsi del giorno dopo a Montesilvano. Nell'inchiesta sui concorsi truccati, Spadaccini e il figlio sono estranei: è indagato Sospiri.
Sul fronte dei contributi, la forestale fa notare che sul conto dello Spoltore ensemble (la rassegna e gli organizzatori non risultano coinvolti) sono transitati bonifici da approfondire: uno riguarda i 5 mila euro versati dalla società Moda group titolare del CityModa di Santa Teresa di Spoltore; un altro, da 20 mila euro è citato dalla squadra mobile e tira in ballo una conversazione tra Di Zio e Vernamonte nella quale l'imprenditore si lamenta di sgarbi ricevuti dall'ex sindaco Donato Renzetti e Roselli.
Di Zio: «Se gli vuoi dire qualcosa digli soltanto vergognatevi, ci hanno chiesto il contribuito dell'Ensemble e mia figlia glielo ha dato pure».
Vernamonte: «Gli ha dato 20 mila euro, lo so».
Di Zio: «Ventimila euro, ne volevano 25 come sempre e io dicevo che quest'anno non glielo davo senonché il sindaco ha chiamato mia figlia e si è fatto dare il contributo. Io gli ho detto: non fa niente, alla fine, a me il contributo dell'Ensemble non mi mette in mezzo alla strada».
Vernamonte: «Però, voglio dire, 'sta gente ha una mano lunga e una mano corta».
Sui rifiuti è Luciano Vernamonte l'anello che lega le inchieste di Spoltore, Montesilvano e Teramo: il vicepresidente dell'Ecologica srl, 68 anni, finito ai domiciliari per 15 giorni con il sindaco di Spoltore Franco Ranghelli e con l'ex presidente del consiglio regionale Marino Roselli, è ritenuto dalla squadra mobile «uomo di fiducia» di Rodolfo Di Zio. Di Zio, imprenditore della Deco spa, azienda di Spoltore che detiene anche una quota dell'Ecologica, è indagato nel versante teramano dell'inchiesta sui rifiuti. A Di Zio Vernamonte confessa: «Il discorso del termovalorizzatore lo dobbiamo portare assolutamente e perché non ce lo possiamo fare scappare, Città sant'Angelo o non Città Sant' Angelo».
Ma c'è un altro elemento che avvicina Spoltore, Pescara e Montesilvano. Il presidente del consiglio di Spoltore è Valerio Spadaccini, ex An passato con Ranghelli: per l'accusa, il 10 dicembre del 2007 Lorenzo Sospiri, coordinatore provinciale Pdl, consegna al figlio di Spadaccini le soluzioni per i concorsi del giorno dopo a Montesilvano. Nell'inchiesta sui concorsi truccati, Spadaccini e il figlio sono estranei: è indagato Sospiri.
Sul fronte dei contributi, la forestale fa notare che sul conto dello Spoltore ensemble (la rassegna e gli organizzatori non risultano coinvolti) sono transitati bonifici da approfondire: uno riguarda i 5 mila euro versati dalla società Moda group titolare del CityModa di Santa Teresa di Spoltore; un altro, da 20 mila euro è citato dalla squadra mobile e tira in ballo una conversazione tra Di Zio e Vernamonte nella quale l'imprenditore si lamenta di sgarbi ricevuti dall'ex sindaco Donato Renzetti e Roselli.
Di Zio: «Se gli vuoi dire qualcosa digli soltanto vergognatevi, ci hanno chiesto il contribuito dell'Ensemble e mia figlia glielo ha dato pure».
Vernamonte: «Gli ha dato 20 mila euro, lo so».
Di Zio: «Ventimila euro, ne volevano 25 come sempre e io dicevo che quest'anno non glielo davo senonché il sindaco ha chiamato mia figlia e si è fatto dare il contributo. Io gli ho detto: non fa niente, alla fine, a me il contributo dell'Ensemble non mi mette in mezzo alla strada».
Vernamonte: «Però, voglio dire, 'sta gente ha una mano lunga e una mano corta».
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