Rifiuti, la città rischia l'emergenza

Riunione dei sindaci della provincia: nuovi impianti per il territorio

PESCARA. La bolla dell'emergenza rifiuti presto potrebbe implodere su Pescara. La discarica di Colle Cese è al collasso e dal 1º agosto la Deco non potrà raccogliere la spazzatura che non è destinata alla produzione del combustibile da rifiuti (cdr).

A lanciare l'allarme sono i sindaci dei 32 Comuni della Provincia, che aderiscono alla società pubblica Ambiente spa, riuniti ieri pomeriggio in un incontro informale a Palazzo dei Marmi. Il piano provinciale dei rifiuti è appeso a un filo: tra tre settimane scade la proroga concessa dalla Regione alla Deco per l'impianto di Contrada Casoni a Chieti. Dal 1º agosto la ditta dei fratelli Di Zio non potrà più occuparsi dell'indifferenziato, ma solo del trattamento dell'immondizia destinata alla produzione di combustibile da rifiuti (cdr). Questa procedura richiede costi maggiori: 28,32 euro a tonnellata in più. La cifra dovrà essere erogata dai singoli Comuni, finirà per ricadere sulle tasche dei cittadini, con un nuovo aumento della tassa sui rifiuti solidi urbani (Tarsu), e sul bilancio appena approvato dalle amministrazioni. Solo per la città di Pescara si parla di circa 2 milioni di euro in più in bilancio. I sindaci temono che la situazione possa sfuggire di mano da un momento all'altro. «La paura di tutti», ammette il presidente della Provincia Guerino Testa, «è che, nel pieno dell'estate, Pescara possa trovarsi nella stessa situazione di Napoli: con i sacchetti di spazzatura per strada e al centro di un'emergenza igienica e sanitaria».

È arrivata al collasso la discarica di Colle Cese, quella che raccoglie la spazzatura di tutta la provincia pescarese e per tre anni ha aperto le porte anche ai camion provenienti dal Teramano. Si stima che ad ottobre il sito non sarà più in grado di ospitare un solo sacchetto di indifferenziato. Al contrario, con l'attivazione del cdr, la discarica potrebbe continuare a operare a regime fino a marzo prossimo. Per scongiurare l'emergenza e posticipare il pagamento della nuova tariffa almeno al 2012, i 32 sindaci che aderiscono ad Ambiente spa hanno chiesto alla società presieduta da Massimo Sfamurri di adoperarsi per una trattativa con la Deco. «La Regione», spiega Sfamurri, «deve individuare le risorse necessarie per la realizzazione di impianti pubblici per lo smaltimento». (y.g.)

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