Rifiuti sommersi dal fango e spiaggia invasa dai detriti

Tre giorni di pioggia riportano la melma sulla lungofiume chiusa da 6 mesi Sulla battigia cumuli di tronchi e spazzatura: ruspe al lavoro tra i primi bagnanti

MONTESILVANO. La cartolina è divisa a metà: da una parte, i rifiuti sommersi dal fango spinto dal fiume in piena; dall’altra, la spiaggia ricoperta di detriti con i primi bagnanti tra ruspe e trattori. Saluti da Montesilvano, città del turismo. Mancano meno di due mesi all’estate e Montesilvano mette in mostra i suoi lati peggiori che si incrociano nell’abbandono del fiume Saline.

Rifiuti nel fiume. È proprio il Saline che, attraversando Villa Carmine e facendosi largo tra discariche abusive e alberi distrutti, scarica degrado sotto i Grandi alberghi. In una città costretta all’ordinaria amministrazione dal 16 febbraio scorso – giorno della caduta del sindaco Attilio Di Mattia con la sfiducia e le dimissioni di 13 consiglieri e il passaggio di consegne al commissario Maria Pia De Rosa – nessuno rimuove i rifiuti abbandonati. Il risultato è che, dopo le tre ultime notti di pioggia, i rifiuti scaricati sulla lungofiume Saline e nel fiume sono stati ricoperti dal fango. Accade su una strada chiusa da quasi 6 mesi proprio a causa della melma ma con le transenne mai rimosse e messe di traverso: tra via Inn e via Tamigi, la lungofiume non è mai stata riaperta dopo le alluvioni e le esondazioni del 15 novembre e primo dicembre scorsi eppure è un’alternativa a via Vestina. Da tre notti sull’asfalto è tornato uno strato di fango. A quasi 6 mesi dalle alluvioni, la lungofiume mostra ancora le sue due facce: da una parte sono arrivati i manifesti 6 metri per tre dei candidati al Comune e alla Regione Abruzzo per le elezioni del 25 maggio prossimo e, dopo 7 anni di attesa, sono cominciati i lavori per costruire tre ponti sul Saline con 15 milioni di euro di fondi pubblici, dall’altra la strada sprofonda sempre di più nel degrado, stretta tra rifiuti e fango che nessuno spala e resta anche sui marciapiedi.

Alberi distrutti. L’abbandono del fiume si misura anche con le decine di alberi abbattuti dalla forza delle piene e mai rimossi: basta guardare nel tratto tra via Fosso Foreste e via Danubio. Lungo il fiume è un cimitero di alberi che bloccano il deflusso dell’acqua.

Risarcimento danni. Scade oggi il termine per presentare al Comune le domande di risarcimento danni per le due alluvioni in due settimane dei mesi scorsi: i moduli relativi al patrimonio privato (schede B) e alle attività economiche e produttive (schede C), pubblicati sul sito Internet del Comune, devono essere riconsegnati entro oggi in Comune pena l’esclusione dai risarcimenti. «La mancata trasmissione nei termini delle schede B e C», spiega l’avviso del dirigente ai Lavori pubblici Gianfranco Niccolò, «non consentirà l’inserimento delle richieste nel Piano dei fabbisogni e, quindi, causerà l’esclusione anche se gli interessati hanno trasmesso in passato richiesta di risarcimento per gli eventi».

Degrado sotto gli hotel. Il degrado del Saline finisce alla foce, all’ombra dei Grandi alberghi, la zona di Montesilvano che dovrebbe essere la culla del turismo. E invece, in un fazzoletto, si scontrano i detriti scaricati dal fiume – non soltanto rami e tronchi ma anche rifiuti come frigoriferi, involucri di caldaie, paraurti – e un albergo rimasto uno scheletro. E poi, via Maresca è sempre la stessa: il progetto di riqualificazione, annunciato nei piani triennali dei lavori pubblici, non è rimasto solo sulla carta ma è finito n un lembo dell’inchiesta della forestale su Aca e Ater di Chieti per un presunto caso di corruzione.

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