Rigopiano, il Racis misura la valanga con il laser

Due giorni di rilievi sulla scena dell'albergo crollato a Farindola: i consulenti della procura a caccia di misurazioni perfette 

PESCARA. I carabinieri del Racis di Roma torneranno in località Rigopiano a Farindola, mercoledì e giovedì, per effettuare altre misurazioni della scena dell'hotel travolto dalla valanga lo scorso 18 gennaio. Le misurazioni che verranno effettuate con strumenti laser sono state predisposte dalla procura di Pescara sulla base delle richieste dei periti, tra i quali un geologo. Dopo il disastro con 29 vittime intrappolate tra neve e macerie e 11 sopravvissuti, la procura ha aperto un fascicolo contro ignoti per disastro colposo e omicidio plurimo colposo.

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L’intervento del Racis si inserisce nella fase delle perizie, la più lunga che condizionerà l’andamento del processo che verrà. Ecco perché il procuratore capo Cristina Tedeschini e il pm Andrea Papalia hanno chiesto il supporto degli esperti dei rilevamenti. Numeri che si aggiungeranno ai dati già elaborati da un gruppo speciale dei vigili del fuoco di Firenze e Pisa, il nucleo Usar: i vigili del fuoco dell’Usar sono stati tra i primi a entrare nei resti del Rigopiano per ricostruire gli spazi e aiutare i colleghi a muoversi all’interno di stretti cunicoli alla ricerca di superstiti e vittime, ma anche per predisporre carte e relazioni da trasmettere alla procura. Il Racis dei carabinieri si aggiunge ad altre tre forze dell’ordine già impegnate nell’indagine: carabinieri del Nucleo investigativo di Pescara, forestale e squadra mobile. La raccolta di atti ufficiali e verbali dei giorni precedenti e successivi alla valanga è quasi completa: ora l'attenzione è puntata sui rilievi.

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Adesso, quindi, il pallino del gioco è passato nelle mani di tre consulenti della procura, due ingegneri del Politecnico di Torino, uno strutturale che si concentrerà su quello che resta dell’albergo per valutare la consistenza dei materiali e uno ambientale che esaminerà i luoghi circostanti, e poi un geologo che avrà il compito di ricostruire le cause della valanga. Sarà una fase che potrebbe durare circa tre mesi. E dai responsi tecnici e scientifici dipenderanno i prossimi passi dell’inchiesta: finora, non ci sono indagati e l’orientamento della procura è quello di non iscrivere possibili responsabili almeno fino a quando i tecnici non avranno dato le proprie risposte sul disastro.