Rigopiano: in Tribunale Di Marco, Di Blasio e D'Incecco / VIDEO
Sfilano l'ex presidente, con il dirigente e il responsabile del servizio viabilità: nelle tesi difensive anche il depotenziamento della Provincia causato dalla riforma Delrio
PESCARA. «Io credo di avere risposto a tutte le domande e serenamente spero di avere chiarito ogni aspetto riguardante la funzione in capo al presidente della Provincia, anche in seguito alla legge Delrio, soprattutto in merito alle funzioni che erano in carico al presidente nella gestione della mobilità».
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Così l'ex presidente della Provincia di Pescara, Antonio Di Marco, assistito dagli avvocati Augusto La Morgia e Marco Spagnuolo, oggi pomeriggio in tribunale a Pescara, al termine dell'interrogatorio al quale è stato sottoposto, in qualità di indagato, nell'ambito dell'inchiesta sul disastro dell'Hotel Rigopiano di Farindola (Pescara). «Sono molto soddisfatto del lavoro fatto dalla magistratura» ha aggiunto Di Marco «che andrà a compiere le proprie valutazioni, anche alla luce del contributo in termini di atti e ulteriori chiarimenti contenuti nella memoria che ho depositato insieme ai miei avvocati». Nel faccia a faccia con i magistrati è comparso, nel corso della giornata di interrogatori in Tribunale, a Pescara, anche il responsabile provinciale del servizio viabilità, oltre che referente della protezione civile, Mauro Di Blasio.
«Il piano neve era stato fatto e tutti i mezzi e uomini della Provincia erano impegnati, anche quelli contrattualizzati», ha detto l'avvocato Gino Placido Pelliccia, che difende Di Blasio. «Abbiamo fornito chiarimenti sulla posizione di garanzia del mio assistito, che riteniamo esente da responsabilità» ha proseguito il legale, «abbiamo detto cosa si è fatto, cosa ci competeva o non ci competeva fare. Il mio assistito il 18 è stato impegnato alla Provincia e al centro coordinamento soccorsi, quindi sul territorio». Quanto alla turbina che serviva la zona di Rigopiano e che era fuori uso dal 6 gennaio, «Di Blasio era in ferie» ha concluso l'avvocato «ed è rientrato solo il 9». Poche ore prima anche il dirigente del settore provinciale viabilità, Paolo D'Incecco, ha risposto alle domande dei magistrati.
«D'Incecco quel giorno era in malattia, ma questa circostanza non rappresenta il principale argomento difensivo. Nonostante questa sua condizione di malattia, ha potuto fare tutto quanto nelle sue possibilità per quanto gli spettava fare». Così gli avvocati Marco Spagnuolo e Gianfranco Iadecola, al termine dell'interrogatorio del loro assistito. D'Incecco è coinvolto nel filone dell'inchiesta riguardante la gestione dell'emergenza. «Ha fornito risposte puntuali riguardanti ogni addebito» hanno aggiunto i legali. «L'elemento di novità è che D'Incecco ha chiesto di essere interrogato per chiarire quale fosse non solo il suo ruolo, ma anche le sue competenze specifiche, l'ambito di operatività e come la Provincia di Pescara, tramite il settore viabilità, abbia reso il servizio che istituzionalmente era preposta a svolgere». Tra gli argomenti difensivi, anche il depotenziamento delle Province causato dalla riforma Delrio. «È un dato tecnico evidente a tutti» hanno confermato gli avvocati «ed è un argomento che deve essere valutato dagli inquirenti, come è stato fatto e come sarà fatto con ancora maggiore attenzione visto che è stato portato a sostegno della tesi difensiva».