Rigopiano, inizia lo scontro sui messaggi di allarme

23 Febbraio 2017

I consulenti del Comune Farindola accusano e tirano in ballo la Regione: "Ignorate le comunicazioni del sindaco precedenti alla valanga". L'assessore regionale Mazzocca replica: "Protezione civile subito informata"

FARINDOLA. Scontro sui messaggi di allarme mandati dal sindaco di Farindola Ilario Lacchetta prima della tragedia di Rigopiano.È l’ingegnere Giorgio Morelli a citare i messaggi del sindaco nell’ambito dell’indagine difensiva preventiva effettuata, su incarico dell’amministrazione comunale, da un pool di tecnici e legali con l’obiettivo di individuare «precise responsabilità non solo giuridiche, ma anche politiche».

Il 17 gennaio, giorno prima della valanga, alle 19,29, il sindaco ha inviato un messaggio al sottosegretario con delega alla Protezione civile, Mario Mazzocca: «Presidente ho bisogno di mezzi sgombraneve perché tre su sei in dotazione al Comune non riescono ad operare con questa neve. È possibile fare qualcosa per domani mattina? Considera che siamo senza elettricità, con quattro contrade isolate. Grazie mille». Il 18 gennaio alle 12,59 un altro messaggio a Mazzocca, all’ingegnere della Provincia Paolo D’Incecco, al presidente di Provincia Antonio Di Marco, e al presidente di Regione Luciano D’Alfonso: «Siamo in difficoltà, abbiamo bisogno di aiuto: tutto il territorio è senza energia elettrica e telefonica, tutte le contrade, che sono cinque, sono isolate, ci sono bambini piccoli e anziani. Abbiamo bisogno di mezzi adatti per questa neve e più uomini. Per favore fate presto».

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Mazzocca replica così: «In quei giorni del gennaio scorso, sono pervenute centinaia di telefonate, sms, messaggi Whatsapp o Messenger che segnalavano situazioni drammatiche e richieste di aiuto provenienti da tutta la regione. I contenuti di tali messaggi sono stati tutti doverosamente inoltrati alla sala operativa della Protezione civile regionale che procedeva alla verifica delle relative informazioni ed alla consequenziale attivazione degli interventi per tramite dei vari Centri di coordinamento dei soccorsi (Ccs), istituiti ed operanti nelle prefetture di ciascuna Provincia. Sui Centri coordinamento soccorsi incombe il compito di coordinare l’impiego di uomini e mezzi dispiegati. Nell’ambito del sistema, al prefetto – quale rappresentante dello Stato sul territorio – competono attivazione e impiego delle risorse statuali; il presidente della Provincia dispone l’immediata attivazione e impiego delle proprie risorse; mentre la sala operativa di Protezione civile regionale garantisce l’aggiornamento delle informazioni e comunica ai Ccs tipologia ed entità delle risorse nazionali necessarie per integrare quelle territoriali».