La protesta in tribunale dei familiari delle vittime della tragedia di Rigopiano

NUOVO STOP AL PROCESSO

Rigopiano, un altro rinvio. I familiari delle vittime: "Ora giustizia subito"

Salta l’udienza per l’astensione dei legali, i parenti delle 29 vittime protestano con striscioni e magliette. In aula il 23 luglio con l’incognita dei riti alternativi: potrebbe servire un’altra consulenza sulla valanga

PESCARA. Ieri mattina in aula, per ascoltare la data del rinvio dell’udienza preliminare sul disastro di Rigopiano, slittato per l’astensione dei penalisti, erano molto più numerosi i familiari delle 29 vittime che gli avvocati, che giustamente hanno delegato qualche loro collega. Era soltanto un passaggio tecnico dovuto, un rinvio che il giudice Gianluca Sarandrea, con grande senso di responsabilità che raramente si registra nelle aule dei tribunali italiani, ha fissato peraltro al 23 luglio prossimo, data sicuramente molto vicina per non scontentare nessuno. Ma i familiari premono per una veloce definizione del procedimento.

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Dunque, si torna in aula il 23 luglio, ultima data utile prima delle ferie estive, però con una grossa incognita che potrebbe, questa sì, finire per pesare molto sul prosieguo del procedimento e soprattutto sui tempi di conclusione di questa fase preliminare. Nella prossima udienza, infatti, dovrebbero essere formulate le richieste di rito abbreviato che sembrano essere un numero consistente. Il giudice dovrà riservarsi la decisione di accoglierle o meno. Ma il gup avrà un motivo in più in quanto dovrà decidere se disporre o meno una terza consulenza tecnica sull’accaduto. Quasi scontato il sì, dal momento che la procura ha depositato una sua consulenza che riguardo alle cause della valanga va in una direzione che è opposta a quella delle consulenze depositate dal collegio difensivo. Così, potrebbero occorrere mesi per avere un'ulteriore perizia che fornisca eventualmente una conferma dell’una o dell’altra consulenza. (m.c.)

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