Il Pronto soccorso dell'ospedale di Pescara

FRANCAVILLA / LITE AL SEMAFORO

Ristoratore aggredito, sparito il suo portafogli 

La famiglia si rivolge alla polizia: «C’erano 1.500 euro dell’incasso di quel giorno, all’ospedale ci hanno ridato solo la fede». La Asl: potrebbe essere finito ovunque

PESCARA. «Il portafogli di mio fratello è sparito con 1.500 euro all’interno». La denuncia arriva da Giuseppe Cicalini, fratello di Antonio, il ristoratore 64enne di Francavilla che dopo la violenta lite al semaforo, lo scorso 25 ottobre, per i gravi traumi riportati è stato trasportato prima al pronto soccorso dell’ospedale di Pescara e poi, da lì, trasferito nel reparto di rianimazione.

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«Oltre al danno anche la beffa», rimarca il fratello Giuseppe, che ricostruisce quei momenti concitati, quando, in pieno dramma, la famiglia si è dovuta preoccupare anche di recuperare gli effetti personali del proprio caro. «Quando siamo arrivati al pronto soccorso, rispetto al portafogli di Antonio ci sono state fornite tre versioni. Prima ci hanno detto di averlo riconsegnato a un familiare, poi a un altro e quindi a un altro ancora. Fatto sta che del portafoglio non c’è stata più traccia. C’era l'incasso del giorno, con il quale mio fratello avrebbe dovuto poi fare la spesa, oltre a carte di credito e documenti. A noi hanno riconsegnato solamente il suo anello nuziale».
«Siamo stati prima dai carabinieri e poi dalla polizia. Abbiamo più volte chiesto di visionare le immagini delle telecamere di videosorveglianza, inizialmente senza riuscirci. Alla fine un signore ci ha aiutato e siamo riuscite a vederle. E le immagini hanno confermato quello che sosteniamo: si vede solamente la riconsegna dell’anello, mentre il portafogli non c'è». A quel punto Giuseppe ha formalizzato la denuncia, che però ad oggi non ha portato alcun risultato.
Dalla Asl il direttore dell’area Organizzazione e cure territoriali, Rossano Di Luzio, afferma: «Immagino che in quei momenti concitati ci sia stata molta confusione. Il paziente è rimasto prima a terra in strada, poi è stato trasportato con il 118 e quindi è arrivato in ospedale. Il portafogli potrebbe essere finito ovunque. Il pronto soccorso gestisce 95mila accessi ogni anno e un qualcosa del genere non è mai capitato. Mi sento di affermare con fermezza e convinzione», rimarca Di Luzio, «l’assoluta estraneità dei medici e del personale della struttura».

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Intanto, sotto il profilo clinico, le condizioni di Cicalini restano stazionarie. Il paziente, dopo esser stato prima nel reparto di rianimazione dell'ospedale di Pescara e poi in quello di Popoli, mercoledì scorso è stato trasferito in clinica, a Città Sant'Angelo, per iniziare un lungo percorso di riabilitazione neuromotoria. Da quello che dicono i familiari, il 64enne sta rispondendo bene alle terapie, anche se l’aggressione ha lasciato dei segni che si porterà dietro a lungo. Anche per questo, nonostante la prognosi sia stata sciolta, i medici ancora non si pronunciano sui margini di recupero.
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