Il ferro di cavallo di via Tavo, dove il tassista ha accompagnato il cliente

PESCARA

"Rivuoi il cellulare? Porta 50 euro"

Il caso del tassista derubato dal cliente e la sua reazione alla tentata estorsione

PESCARA. Far salire un cliente sul taxi e poi scoprire che si tratta di un ladro. È la brutta esperienza vissuta da un tassista di Pescara che nei giorni scorsi è stato derubato da un giovane per poi scoprire che il suo cellulare è stato rivenduto nel giro di pochi minuti, a Rancitelli. Dopo aver chiesto aiuto alle forze dell’ordine, la vittima del furto ha cercato di recuperare il cellulare in autonomia. Ma è stato complicatissimo e il tassista, aiutato da un parente e da due colleghi, ha temuto il peggio. Gli hanno chiesto 50 euro, per riconsegnare il telefonino (che nel frattempo era già passato di mano). È stato complicato, ma alla fine ci è riuscito: ha riavuto il telefono e ha denunciato tutto, nella speranza che il ladro venga individuato insieme all’uomo che ha cercato di estorcergli il denaro. I fatti.

Sono le 12 quando il tassista riceve una telefonata da via del Circuito. Da un’attività gli chiedono di prelevare un cliente che consegna subito 20 euro, per pagare il servizio. Il giovane di colore, alto e esile, sale sul taxi e dice di essere un tossicodipendente che ha bisogno di droga per cui chiede di essere accompagnato in via Tavo, al “ferro di cavallo”. All’arrivo, il tassista gli dà 10 euro di resto ma dopo pochissimo scopre che il suo telefono non c’è più, è sparito dal portaoggetti davanti alla leva del cambio. Torna alla stazione, punto di ritrovo dei taxi, segnala l’accaduto alle forze dell’ordine e nel frattempo si attiva un collega, che compone il numero del cellulare rubato. Risponde un uomo, dice che il telefonino gli è stato appena venduto. E aggiunge: «Se vuoi, mi dai 50 euro e te lo ridò».

Il tassista derubato, insieme a un parente e a un altro collega, raggiunge l’uomo che ha il cellulare, sulla Tiburtina. Lì trovano il presunto ladro e l’uomo che ha risposto poco prima chiedendo i 50 euro. Quest’ultimo riconsegna il telefono ma ribadisce di volere i soldi. Il proprietario non intende assolutamente pagare e quando il balordo annuncia che non restituirà la sim, il parente del tassista fa per prendere il portafogli. È in quegli istanti che il giovane di colore lo strattona e lo colpisce ripetutamente al petto, con dei pugni, per rubare il portafogli, senza riuscirci. Arriva la polizia e i due si allontanano, facendo perdere le tracce. Nel telefono la sim c’è, funziona. Ma l’esperienza lascia un segno, profondo. La vittima denuncia tutto, consegna alla polizia la foto del ladro, che ha scattato di nascosto sulla Tiburtina, e anche la registrazione della telefonata con la richiesta di denaro. Ora sta alla squadra mobile chiudere il cerchio.