Sì ai premi di cubatura ma non sul lungomare

Il consiglio di Francavilla approva la delibera che recepisce la legge regionale Il sindaco Luciani: «Abbiamo cercato di difendere il nostro territorio»

Il consiglio comunale approva il recepimento della legge regionale 49 per la riqualificazione delle aree degradate: la maggioranza del sindaco Antonio Luciani dice però “no” al premio di volumetria del 50% ed esclude la fascia del lungomare dal premio di cubatura del 20% consentito altrove, ad eccezione del centro storico e delle zone vincolate. Nella seduta di consiglio di lunedì sera – aperta dall’insediamento ufficiale del nuovo vicesindaco e assessore all’urbanistica, Vincenzo Di Lorenzo, e dei nuovi assessori Francesca Buttari e Andrea Di Peco – la discussione sulla delibera relativa alla legge regionale 49 del 15 ottobre 2012 e relativi emendamenti si è protratta fino a notte inoltrata. «La legge regionale che il centrodestra ha voluto è un’aggressione ingiustificata al territorio», ha affermato il sindaco, «perché consente un aumento del 50% di volumi sul residenziale e il non residenziale. La delibera tenta disperatamente di difendere il nostro territorio». «La volontà dell’amministrazione», ha precisato Di Lorenzo, «è quella di limitare il più possibile la premialità, recependo solo nella parte obbligatoria le indicazioni del legislatore regionale». L’esclusione del lungomare dal premio di cubatura non ha convinto l’opposizione. «Premessa la mia assoluta contrarietà a questa legge regionale che consente aumenti di volumetria fino al 50%», ha rimarcato il capogruppo dei Democratici per Francavilla, Stefano Di Renzo, «rimane il dato oggettivo che la legge ha imposto ai Comuni l’applicazione del 20% di premialità, e pertanto i Comuni non possono disattendere tali indicazioni perché rischiano di esporsi a ricorsi costosi per l’ente. Altrettanto discutibile è la mancata regolamentazione della cessione degli standard come parcheggi e aree verdi, che potranno essere monetizzati a piacimento del privato, a discapito di servizi che necessitano alla città». Per il centro destra, «l’indirizzo politico-programmatico di questa delibera tende esclusivamente a limitare le possibilità di azione del cittadino, che vorrebbe avvalersi del cambio di destinazione d’uso per migliorare la sua proprietà, ed esclude completamente la zona 6 agricola», critica Carmine Cappelletti di Fli. Nel corso del consiglio si è appreso inoltre che non c’è stata la restituzione delle deleghe da parte dei consiglieri del Pd né la fuoriuscita dei rappresentanti del partito dalle società partecipate Risco e Cosvega, annunciate come protesta dopo il rimpasto della giunta. Rispondendo a un’interrogazione di Di Renzo, il sindaco ha dichiarato «di aver chiesto di revocare le dimissioni e concordato di rinviare la formalizzazione in epoca successiva».

Giuseppina Gherardi

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