Sansificio di Pescara chiuso per puzza, lo stop dura un solo giorno

La Provincia revoca l’autorizzazione all’impianto di strada Torretta per lo sforamento dei fumi. Il provvedimento subito annullato. Di Marco: "Ora valori nei limiti". Diversa la versione dell’Arta

PESCARA. A metà dicembre, Pescara è stata invasa per alcuni giorni da una puzza irrespirabile. Quell’odore acre, secondo la Provincia, sarebbe arrivato dal sansificio di strada vicinale Torretta. Ma il giallo non è stato risolto del tutto, perché ieri, quando è apparsa la notizia di uno stop all’attività dello stabilimento Schiavone biocalore, amministrazione provinciale e Arta, che ha effettuato i rilievi dei fumi, hanno dato due versioni diverse.

Fatto sta che il provvedimento di revoca dell’autorizzazione allo stabilimento è durato appena un giorno. Il 30 dicembre è stato notificato ai titolari, i fratelli Schiavone e il 31, ultimo dell’anno, è stato annullato. Tanto è vero che ieri il sansificio era normalmente in funzione, come testimonia la foto pubblicata qui a fianco e come ha confermato lo stesso titolare Christian Schiavone.

Ma cerchiamo di ricostruire i fatti. A metà dicembre, la città è stata invasa da un odore molto forte. Tante le telefonate di cittadini allarmati giunte ai vigili urbani e alle redazioni degli organi di informazione. Il Forum abruzzese per i movimenti dell’acqua e l’associazione Pescara punto zero hanno persino presentato un esposto in procura. Il Comune è subito intervenuto per tranquillizzare la cittadinanza, dando la colpa al sansificio di strada vicinale Torretta. L’Arta ha poi avviato dei controlli, tra l’altro già cominciati nel novembre scorso per alcuni esami al camino. I risultati sono arrivati sui tavoli della Provincia tra il 27 e il 28 dicembre scorsi. Ed è qui che nasce un nuovo giallo. Secondo fonti autorevoli dell’Arta, lo stabilimento sarebbe risultato in regola con l’emissione dei fumi, ma non alcuni accorgimenti tecnici. In particolare, sempre secondo l’Arta, sarebbe mancata nello stabilimento la postazione per rendere accessibile il campionamento dei fumi. Secondo il presidente della Provincia Antonio Di Marco, invece l’Arta avrebbe segnalato il superamento delle emissioni dei fumi. Stessa tesi è stata sostenuta dal vice sindaco Enzo Del Vecchio. «Si è svolta un’attività di vigilanza congiunta da parte di più enti, quali Arta, Asl e Comune», ha affermato, «l’Arta, a novembre, aveva rilevato la necessità di maggiori controlli sul camino, mentre la Asl aveva fatto delle verifiche sulle sanse. Nel nuovo controllo di metà dicembre, i cui risultati sono arrivati nei giorni scorsi, l’Agenzia ha rilevato uno sforamento per quanto riguarda l’emissione dei fumi. È stata quindi inoltrata una comunicazione alla Provincia e la Provincia, ente competente a rilasciare autorizzazioni per impianti di questo tipo, nei giorni scorsi, con un provvedimento formale ha sospeso l’attività dell’impianto».

Sarebbe stato un dirigente della Provincia, dopo aver ricevuto i dati dell’Arta, ad emanare la revoca dell’autorizzazione dell’attività dello stabilimento. «Ma dopo un giorno l’Arta ci ha inviato altri dati che indicano emissioni nella norma. Per questo abbiamo annullato la revoca», ha spiegato Di Marco. Tutt’altra versione quella giunta da fonti Arta: «Il provvedimento è stato revocato perché l’azienda si è messa in regola realizzando la postazione che mancava».

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