Saranno onorevoli, Di Stefano: "Faccio politica all’antica"

Il senatore uscente del Pdl è ricandidato alla Camera: La destra ha cambiato pelle, ma i valori sono gli stessi di sempre

PESCARA. A 14 anni era già un militante del Fronte della Gioventù. Oggi che ne ha 47, Fabrizio Di Stefano, senatore uscente del Pdl, ricandidato per il secondo mandato sempre nel Pdl ma alla Camera, assicura di conservare ancora lo stesso spirito che lo spinse a militare nell’Msi, a partecipare all’ultimo campo Hobbit a Castel Camponeschi, e da studente universitario a Camerino (facoltà di Farmacia) a iscriversi in anni difficili per la destra italiana al Fuan, l’associazione missina degli universitari, di cui fu vicepresidente nazionale, al fianco di Maurizio Gasparri accanto al quale ha costruito la sua carriera politica.

E’ questa la genealogia politica di Di Stefano che vede come svolta decisiva il 1994, congresso di Fiuggi, quando dalle cenere dell’Msi nasce An. E di An Di Stefano è stato il primo segretario provinciale a Chieti. Nel 2000 il salto in Regione tra le fila della maggioranza, nel 2005 la riconferma nella minoranza, poi nel 2008 l’elezione in Senato e nel 2010 l’elezione al consiglio Comunale di Chieti. «In tanti anni non ho cambiato modo di fare politica. Batto palmo a palmo il territorio. Il contatto con gli elettori è un punto fondamentale. E’ per questo che ho sottoscritto una proposta di legge che poi si è arenata per il ripristino delle preferenze. Sono un convinto assertore delle preferenze che sono il miglior sistema per accorciare le distanze tra elettore ed eletto e per selezionare meglio le classi dirigenti».

Nel frattempo il paesaggio politico attorno al senatore di Tollo è cambiato più volte. «Ma due sono gli avvenimenti importanti: la nascita del Pdl e poi il fallimento di Fini». All’inizio Di Stefano non era molto d’accordo con la fusione con Forza Italia «mi sembrava qualcosa voluta a freddo da Fini e io l’ho vista con la circospezione che si ha quando si lascia la casa madre. Poi ho capito che era stata la scelta giusta: il Pdl era in grado di mettere insieme tante realtà e di permettere anche ad anime come la nostra di poter dire le cose con il convincimento e la forza che mettevamo sotto la vecchia etichetta di An».

Ma il successivo «grande tradimento di Fini» non l’ha mai mandato giù. «Ha buttato a mare la storia, la tradizione, l’ impegno di generazioni di italiane e italiani che in quella parte politica avevano militato». E fu «un disastro» anche per il governo, aggravato dal fatto che «non si è scelto di tornare subito a votare, perché penso che avremmo recuperato la maggioranza». Non c’è rabbia ma solo dispiacere per l’altro strappo consumato all’interno del centrodestra, Fratelli d’Italia, «ma io resto convinto che dobbiamo mantenere convintamente questo percorso all’interno del Pdl».

In questa campagna elettorale Di Stefano porta naturalmente in piazza i temi del partito nazionale, «perché credo che non si può creare un programma nel programma. Ma ci sono tematiche del Pdl nazionale che si calano perfettamente in Abruzzo. Penso per esempio alla detassazione dell’Imu sulla prima casa. Gli abruzzesi sono legati alla tradizione e quando formano una famiglia la casa di proprietà diventa simbolicamente parte integrante della famiglia. Per questo la prima casa non può essere tassata. Un altro punto del nostro programma nazionale che è strategico per l’Abruzzo è quello sull’occupazione giovanile. Noi proponiamo un bonus di 5 anni senza tasse a chi assume giovani. Per l’Abruzzo, dove la disoccupazione giovanile è alta, è un punto irrinunciabile ed è in linea con l’ottica della politica regionale di detassare le imprese per incentivarne la crescita e lo sviluppo».

Ma se l’impegno elettorale oggi è sul Parlamento, Di Stefano non dimentica che subito dopo inizierà la campagna elettorale per le regionali. «In realtà la campagna è già iniziata», dice il senatore Pdl, «ed è evidente che il risultato abruzzese delle politiche non potrà non avere un riflesso anche su quello che sarà il futuro della nostra regione e sulla riconferma di Chiodi».

©RIPRODUZIONE RISERVATA