Sbalzati a 500 metri Recuperati i tre corpi

Estratti dalle macerie i resti di Mauro, Federico e Roberto Di Giacomo I Ris al lavoro sulla dinamica della tragedia di Città Sant’Angelo

CITTA’ SANT’ANGELO. Le donne di casa Di Giacomo smettono di pregare, e di sperare, alle 16 e poco più, quando muore anche la più intima speranza di riabbracciare il marito, il figlio, il fratello. È a quell’ora che i resti di Mauro, Federico e Roberto Di Giacomo, dichiarati dispersi per più di 24 ore dalla tremenda esplosione della fabbrica di fuochi d’artificio in cui ha perso la vita Alessio, 22 anni, figlio del titolare Mauro, artificieri e vigili del fuoco trovano i loro corpi a circa 500 metri dal cratere e dal laboratorio in cui giovedì mattina si presume che i fratelli Mauro (45 anni) e Federico (50) stessero lavorando con il nipote Roberto (39) per preparare, tra gli altri, anche i fuochi destinati alla festa di Sant’Andrea di lunedì a Pescara.

Il ritrovamento. È un ritrovamento che tutti aspettavano, ma la consapevolezza non basta a trattenere la disperazione di una famiglia improvvisamente decapitata, di chi sa che non potrà più neanche riabbracciare il corpo del proprio congiunto. Perché nessuno dei tre, come era immaginabile, è rimasto integro dopo l’esplosione che da contrada Sant’Agnello di Elice, sotto Città Sant’Angelo, ha fatto danni in un raggio di cinque chilometri. Da prime indiscrezioni, sembrerebbe che solo un corpo è quasi integro, mentre sono praticamente irriconoscibili, se non grazie a qualche particolare che solo i familiari potrebbero essere in grado di indicare, gli altri due. I vigili del fuoco ritrovano i resti a trenta metri l’uno dall’altro, segno tangibile di quanto ipotizzato dagli investigatori, e cioè che i tre stessero lavorando nello stesso laboratorio quando sono stati scaraventati dall’onda d’urto 500 metri giù per la collina dove, una dopo l’altra, sono saltate in aria sette delle nove casematte sature di materiale esplodente. È un ritrovamento (annunciato poco dopo le 16 di ieri dal sottosegretario all’interno Giampiero Bocci durante la visita istituzionale al comando provinciale dei vigili del fuoco) che anticipa la tabella di marcia indicata sin dal giorno prima dagli artificieri della polizia, secondo cui ci sarebbero volute almeno 48 ore per bonificare l’intera area, dove c’erano altri due depositi saturi di fuochi pirotecnici e polvere pirica, e un magazzino che custodisce materiali destinati alla vendita.

La bonifica. Invece alle 15,30 l’opera di bonifica viene considerata conclusa dopo che nel corso della mattinata gli artificieri hanno svuotato il deposito più lesionato e per questo più a rischio, contenente 350 chili di materiale, più altri 70 chili di polvere nera prelevati da un’altra casamatta a ridosso del cratere e altro materiale pronto per la vendita. Scortati da vigili del fuoco, carabinieri e ambulanza del 118, gli artificieri portano il primo carico via, nella zona di Manoppello, dove parte del carico viene fatto brillare e l’altro, risultato intatto, stoccato e messo in sicurezza. Si susseguono altri sopralluoghi e ispezioni fino a quando, alle 15,30, il sito viene dichiarato ispezionabile. È allora che, in attesa dei carabinieri dei Ris in viaggio da Roma per fare i rilievi sul luogo del disastro, i vigili del fuoco, con gli artificieri e il personale del 118, vanno a ispezionare almeno i punti ritenuti più sicuri intorno al cratere. È più o meno ai piedi della collina che dopo mezz’ora si scorge un busto e poi, via via, i poveri resti di Mauro, Federico e Roberto.

Il dolore. È un ritrovamento che accelera i tempi, ma che va gestito e comunicato con tatto ai parenti che da giovedì mattina aspettano notizie. Non sono più in strada, dove a ridosso dell’esplosione, hanno aspettato e sperato che i loro familiari uscissero a bordo di qualche ambulanza, ma sono assiepati vicino al posto medico avanzato montato a tempo di record dalla Misericordia. Sono gli assistenti sociali del Comune di Montesilvano e gli psicologi della Croce Rossa che li seguono da giovedì mattina a comunicargli la notizia e a far crollare tutte le speranze. Nel giro di un’ora la zona si riempie come il primo giorno, con un viavai di amici e conoscenti dei Di Giacomo che continua fino a sera, mentre vigili urbani e carabinieri tornano a bloccare la strada e gli accessi in attesa dei Ris di Roma e del medico legale Ildo Polidoro: le salme possono essere trasferite all’obitorio dell’ospedale di Pescara solo dopo l’ispezione del medico e i rilievi degli investigatori che, con riprese e reperti, dovranno raccogliere tutti gli elementi per cercare di ricostruire la dinamica del disastro.

Le salme. Il medico legale arriva intorno alle 19. Poco dopo sono sul posto anche gli specialisti dei Ris, accompagnati dal colonnello Giovanni Di Niso e dal capitano Eugenio Stangarone, del Nucleo investigativo e dal capitano Enzo Marinelli, comandante della compagnia di Montesilvano che sin dalla mattina ha gestito le operazioni di bonifica. Insieme alla sezione Rilievi dei carabinieri, ai vigili del fuoco, al 118 e agli artificieri iniziano alle 19,30 il recupero delle salme. Sono manovre complicate, perché i soccorritori si devono muovere nel paesaggio lunare della collina sventrata, tra alberi bruciati e macerie. I vigili del fuoco a bordo di un cingolato devono tagliare alberi e sollevare pezzi di cemento per ultimare le operazioni di recupero prima che faccia completamente buio. Nel giro di un’ora, poco dopo le 20, sono già due le salme recuperate. Alle 21 anche la terza salma viene caricata sul carro funebre che di lì a poco, nel silenzio scandito solo dai singhiozzi, lascia contrada Sant’Agnello per raggiungere l’obitorio di Pescara. Ma è soltanto l’inizio.

Il Dna. La difficoltà ora sta tutta nel ricomporre con certezza i resti rinvenuti sotto le macerie, ai piedi dell’enorme cratere. Per due dei tre cadaveri non c'erano grossi problemi pur essendo state rilevate delle lesioni mortali. Per un terzo c'erano delle amputazioni. Per questo per l’ identificazione nei prossimi giorni saranno effettuati prelievi di dna, raggi e tac. Di certo, slitta alla prossima settimana la data dei funerali, in attesa che il magistrato decida sull’autopsia.

La mamma. Una tragedia immane per tutti, in particolare per la moglie di Mauro che in un giorno solo ha perso il marito, il figlio Alessio di 22 anni e ha rischiato di perdere anche l’altro figlio Gianmarco di 17 anni, che al momento delle prime due esplosioni si trovava con il fratello e il cugino Giordano negli uffici vicini. La donna, che ha un’altra figlia, ha passato tutta la notte nel reparto di Rianimazione di Pescara dove il ragazzo è ancora ricoverato, reduce dall’operazione di ieri mattina. È per lui, adesso, che si prega e si spera.

(hanno collaborato

Flavia Buccilli

e Vito de Luca)

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