Scafa, 13 lavoratori aspettano da 8 mesi la cassa integrazione

Appello all’Inps: «Da maggio nessuno ci paga i sussidi tra poco è Natale e abbiamo bisogno dei nostri soldi»

SCAFA. In cassa integrazione ci sono anche i 13 lavoratori della Ediref Costruzioni di Scafa, una azienda dell’edilizia specializzata nella rimozione e bonifica amianto. La crisi non ha risparmiato neanche questa piccola impresa e i dipendenti hanno seguito lo stesso percorso di altre centinaia di lavoratori delle aziende della Val Pescara. «Con una particolarità in più» sottolinea uno di loro, Giuseppe Nardini, «e cioè che, da maggio scorso, da quando siamo finiti in Cigs, non abbiamo ancora percepito alcun sussidio. Sono 8 mesi che siamo completamente a secco, a zero reddito. Sono state espletate tutte le procedure», continua il lavoratore, «eppure siamo incappati in questo inaccettabile ritardo. Credo che inizialmente ci siano stati degli inghippi che, poi, però sono stati risolti. Fatto sta che oggi noi non possiamo sperare di passare neanche il Natale in tranquillità».

A nome anche dei compagni di lavoro, Nardini ha inviato una lettera al direttore provinciale dell'Inps esortandolo a prendere in considerazione il caso e a sbloccare tutto quello che ha impedito o ancora rallenta l'erogazione delle loro indennità. «È una vera ingiustizia se pensiamo che tra qualche giorno è anche Natale», scrive Nardini, «come si fa, come faremo a spiegare alle nostre famiglie, ai nostri figli, che attendiamo un sussidio riconosciuto dalla legge (un diritto sacrosanto) costato sacrificio e lotte da parte dei lavoratori in anni di lavoro continuo, ma che, a oggi, non è ancora esigibile da parte nostra. Come passeremo il Natale tutti noi? E come andremo avanti? Indebitandoci ulteriormente, rischiando anche per non finire in giri pericolosi».

Nardini e gli altri rivolgono un appello alla dirigenza Inps: «Fateci vivere. Consentiteci di non essere mortificati nella dignità di fronte alle nostre famiglie, ai nostri figli. Dateci la possibilità di esigere un diritto. Sappiamo che alcuni ritardi», affermano, «sono imputabili al ministero del Lavoro, al consulente della nostra Azienda, ma adesso non fateci dire che anche l'Inps di Pescara ci mette del suo nel ritardare il pagamento che è un nostro diritto e che ci permetta di concludere questo anno in serenità dopo i tanti duri sacrifici affrontati fino a oggi a tasche vuote. Fate in modo che il nostro appello non cada nel vuoto».

Walter Teti

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