Scegliere con cura e sapersi accontentare, ecco le parole chiave del risparmio sicuro

29 Gennaio 2016

Inutile complicarsi la vita con trovate rischiose: in questi tempi si gioca in difesa. Le banche, con minime precauzioni, sono ancora affidabili. E c’è molto altro

I tempi sono duri, ma proprio per questo gli abruzzesi non hanno perso la voglia di risparmiare. Anzi: per prepararsi ad ogni eventualità, se possono continuano a mettere da parte un po’ di soldini. Il fatto è che oggi non solo è difficile farli fruttare, ma anche difenderli dalle mille insidie che arrivano da ogni parte. Il crollo della vecchia Carichieti da una parte e della Banca dell’Etruria dall’altra, con la perdita accusata da chi aveva investito in obbligazione subordinate dei due istituti, ha sconcertato chi ancora pensava che almeno le banche fossero un porto assolutamente sicuro per i risparmi. Non solo: i titoli di stato, a partire dai famosi Bot, hanno rendimenti ormai pari a zero e a questo punto diventa forte la tentazione di tenere i soldi sotto i materassi, come facevano i nonni.

Che cosa fare, dunque? La prima cosa è informarsi bene e non prendere decisioni affrettate: opportunità ce ne sono ancora tante, a patto di mettersi bene in testa che i rendimenti del passato sono possibili (sulla carta) solo con investimenti ad altissimo rischio, da sconsigliare a chi non ama mettere a repentaglio il proprio gruzzoletto e le proprie coronarie. Per le persone tranquille, va detto subito, le banche sono ancora un porto sicuro, a patto che si evitino azioni e obbligazioni subordinate degli istituti che vengono ritenuti più traballanti. Ci sono depositi vincolati (anche per scadenze brevi) o certificati di deposito che sono garantiti sino a 100 mila euro di importo versato e hanno rendimenti modesti ma sicuri. In genere i tassi sono nell’ordine dello zero virgola, ma almeno consentono di coprire l’erosione di valore reale causata dall’inflazione: per chi non si accontenta, e ha un po’ di dimestichezza con internet, si possono trovare rendimenti più alti nelle banche on line di nuova generazione, anch’esse tutelate fino a 100 mila euro. Una delle più conosciute, Chebanca (gruppo Mediobanca) in questo momento offre l’1% lordo, mentre più generosa è Widiba, che propone un deposito vincolato a sei mesi al 2% lordo, in questo momento piuttosto generoso.

Nelle pagine che seguono abbiamo cercato di offrirvi una carrellata di pareri che vi siano utili, interpellando esperti indipendenti, banchieri e anche responsabili di Poste Italiane, la società pubblica (da poco parzialmente privatizzata) che si propone sempre di più come un protagonista nel mercato della gestione del risparmio.

E’ importante ribadire, comunque, che occorre prestare grande attenzione alle voci che rendono solo teorico il rendimento offerto dalle varie forme di investimento: una è assolutamente trasparente ed è l’imposizione fiscale, diversa a seconda che si tratti di titoli di stato (tuttora al 12,5%) o dei cosiddetti redditi da capitale, ovvero dividendi di azioni, cedole e interessi di conti correnti, depositi bancari e postali), tutti uniformati al 26% assieme ai guadagni da risparmio gestito, ovvero fondi comuni e gestioni patrimoniali; l’altra voce, assai meno trasparente, riguarda costi e commissioni applicati dalla vostra banca ai depositi di cui disponete. Spesso si tratta di cifre insospettabilmente alte, anche per l’esigenza degli istituti di fare cassa in tempi in cui i bassi tassi di interesse non consentono grandi margini di guadagno nell’attività più caratteristica delle banche. Qui occorre vigilare con pazienza e, soprattutto, avere la faccia tosta di negoziare condizioni migliori, magari minacciando di passare a un’altra banca.

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