Scende per soccorrere il cugino: travolto in autostrada a 45 anni  

Michele Scarano, papà di due figli, era arrivato dalla Puglia per aiutare il familiare bloccato sulla A14 Dopo aver riparato il mezzo pesante, è stato investito e ucciso da un camionista residente a San Salvo

FRANCAVILLA. Rosa crolla sull’asfalto, piegata dal dolore, davanti al corpo del marito avvolto da un lenzuolo bianco. Michele Scarano, 45 anni di Apricena (Foggia), è morto investito sull’autostrada A14, all’altezza di Francavilla al Mare, mentre aiutava il cugino a far ripartire un camion che domenica sera aveva forato due ruote ed era rimasto parcheggiato in una piazzola di sosta in attesa del recupero. A travolgere l’uomo è stata una motrice di un tir senza rimorchio, guidata da un romeno di 57 anni residente a San Salvo, ora indagato per omicidio stradale dal sostituto procuratore della Repubblica di Chieti Lucia Anna Campo: si tratta di un atto dovuto per consentire tutti gli accertamenti. Il primo passo dell’inchiesta sarà l’ispezione cadaverica, in programma oggi e affidata al medico legale Pietro Falco. Le indagini faranno chiarezza sulla dinamica dell’incidente. Adesso c’è spazio solo per la disperazione di una famiglia distrutta. E per le lacrime di due ragazzi, Antonio e Mariantonietta, rimasti all’improvviso senza il loro papà.
Mancano dieci minuti alle otto del mattino quando arriva la richiesta d’aiuto al Centro operativo autostradale di Pescara. Un uomo è senza vita sull’asfalto, tra i caselli di Pescara Sud e Pescara Ovest-Chieti, direzione Ancona. L’incidente è avvenuto in un tratto in salita, con curva ad ampio raggio, caratterizzato da una sola carreggiata a senso unico di marcia a causa dei lavori in corso. Sul posto interviene un’ambulanza del 118 di Chieti, in transito in autostrada, ma non c’è niente da fare: il paziente è deceduto sul colpo. Sul luogo dello schianto si precipitano anche gli agenti della polizia stradale di Pescara Nord, che fissano le coordinate dell’ennesima tragedia consumata in A14. Scarano era partito all’alba, a bordo di una Fiat Punto azzurra, per aiutare il cugino, bloccato sulla piazzola dalla sera precedente. Dopo la riparazione degli pneumatici, per agevolare la ripartenza del camion, il 45enne ha cercato di fare rallentare i veicoli in arrivo segnalando la manovra in corso con ampi gesti delle braccia. Ma, proprio in quegli istanti, è sopraggiunta una motrice che, dopo una brusca frenata, si è messa di traverso e ha travolto Michele. Fin qui, una prima ricostruzione del dramma.
L’investitore viene immediatamente sottoposto al controllo dell’etilometro: l’esito è negativo, così come l’accertamento sull’eventuale assunzione di droga. «L’ho trovato in mezzo alla strada, non sono riuscito a evitarlo», sono le uniche parole che pronuncia il camionista, ancora sotto choc. Gli agenti ascoltano, nell’immediatezza del fatto, anche i testimoni. «Del tentativo di recuperare l’efficienza del veicolo», dicono dalla Stradale, «non ci era stata data alcuna notizia». A metà mattina arrivano i parenti di Scarano, avvisati telefonicamente dell’incidente. Rosa crolla sull’asfalto, quando solleva il lenzuolo e le tocca dire che sì, quello è proprio il suo Michele.
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