Interessati anche 209 tra collaboratori e amministrativi. L’allarme Cisl

«Scuola, in Abruzzo i tagli colpiranno 400 supplenti»

ilcentro Extra - Il giornale in edicola
PESCARA. Tra pochi giorni suonerà la campanella delle scuole abruzzesi. Ma all’appello mancheranno 404 docenti supplenti e 209 tra collaboratori scolastici e personale amministrativo. E’ l’effetto della riforma Gelmini in Abruzzo, secondo il calcolo fatto regione per regione, dal ministero dell’istruzione. «Numeri destinati ad aumentare» secondo il segretario regionale della Cisl scuola, Andrea Leonzio. I dati del ministero, spiega il sindacalista, «derivano dalla differenza tra tagli e pensionamenti, ma non basta per capire quanti saranno gli esuberi reali».

«Dobbiamo conteggiare infatti anche gli spezzoni di cattedre. Ai 404 supplenti che resteranno senza lavoro, bisogna aggiungere quelli che perderanno il posto a causa dei frequenti frazionamenti delle cattedre, che sono molti di più».
Se consideriamo ad esempio una scuola in cui ci sono quattro classi e due docenti, «con la riforma Gelmini le classi verrebbero accorpate e diventerebbero la metà; uno dei due docenti resterebbe senza classe, dunque in soprannumero. In parole semplici i docenti di ruolo soprannumerari che si verrebbero così a formare, prenderanno il posto dei supplenti».

Un quadro a tinte fosche quello che attende l’anno scolastico 2009/2010 per il sindacalista.
Per attenuare almeno in parte «una situazione di forte disagio», Leonzio chiede un tempestivo intervento del governo: «Serve un decreto legge che stabilisca per i precari delle tutele adeguate sul piano economico e giuridico, e cioè indennità di disoccupazione, accesso preferenziale alle supplenze, utilizzo dei docenti nelle iniziative di formazione delle Regioni». Ma su quest’ultimo punto l’Abruzzo è indietro.

«In Italia», spiega Leonzio, «sette Regioni hanno stipulato con il ministero degli accordi per il sostegno e l’ampliamento dell’offerta formativa. Ebbene, è grave che l’Abruzzo ancora non abbia provveduto a firmare questi progetti, che potrebbero aiutare anche a superare le difficoltà dovute al terremoto».
Per potenziare l’attività didattica nelle aree colpite dal terremoto, conclude il sindacalista, il ministero ha stanziato circa 19 milioni di euro: «Una goccia nel mare rispetto ai 45 milioni che il governo risparmierà con i tagli alla scuola».
In totale in Italia con i tagli previsti saranno persi 12.900 posti tra i docenti e oltre 7mila tra il personale amministrativo.