Scuole evacuate per lo spray, i presidi: «Serve responsabilità»

foto di Giampiero Lattanzio

9 Novembre 2025

Paura e malori al Marconi e all’Artistico, si tenta un freno: «Controlli difficili, si può intervenire solo con la didattica»

PESCARA. Riflettere sulle responsabilità personali. Comprendere che un’azione fatta contro le regole non significa soltanto infrangere un codice, ma mette a rischio l’incolumità e la sicurezza di sé stessi e degli altri. Ruota attorno all’educazione civica il dovere che sentono gli istituti superiori nei confronti dei ragazzi per frenare episodi come quello avvenuto l’altro ieri al liceo artistico Misticoni, dove a causa di uno spray urticante, 500 studenti sono stati fatti uscire dalla scuola. Il fatto segue l’evacuazione del Marconi di tre settimane fa, quando l’inalazione di una sostanza urticante ha fatto scattare il piano di maxi emergenza della Asl.

«Non conosciamo ancora le responsabilità di quanto capitato nella nostra scuola», chiarisce la preside del Marconi, Giovanna Ferrante, «ma quando saranno ricostruiti i fatti, agiremo di conseguenza, con sanzioni che andranno nella direzione della rieducazione. Nel frattempo, faremo attività educative». Dopo quello che è successo giovedì, si è messa subito al lavoro la dirigente dell’Artistico Raffaella Cocco, che nella giornata di ieri ha avuto riunioni «con i rappresentanti d’istituto perché bisogna far capire subito ai ragazzi che quello che è accaduto è un fatto grave. Per fortuna nessuno si è ferito, ma poteva succedere qualcosa di irreparabile.

Durante le prossime assemblee di classe e di istituto saranno proprio i rappresentanti a parlare coi loro compagni. Affronteremo il discorso anche con i docenti e calibreremo tutto nelle programmazioni». D’altronde i dirigenti delle scuole di Pescara sono d’accordo: l’unica arma è quella dell’educazione civica perché sul fronte dei controlli, dicono «abbiamo le mani legate». «Non possiamo di certo perquisire i ragazzi, né avere telecamere durante le attività didattiche, secondo le normative attuali», afferma Cocco. «Possiamo divulgare solo le buone prassi e intervenire nella didattica».

«Bisogna saper prendere i ragazzi», sostiene la dirigente dell’istituto Acerbo, Daniela Bianco, «e infondere un senso di responsabilità diverso. Il problema è che questi spray urticanti iniziano a essere sempre più diffusi e questo dipende anche dal livello di delinquenza che si sta innalzando nelle città. Quello che possiamo fare è allenare lo spirito critico e di coscienza degli studenti». Parla di «cultura della pace da infondere» la dirigente del liceo classico d’Annunzio, Antonella Sanvitale. «Diamo molto spazio all’educazione civica, affrontando i temi sotto tanti punti di vista. Non bisogna mai abbassare la guardia perché oggi il mondo sta andando da un’altra parte».

«La strada è la sensibilizzazione», ribadisce la dirigente del liceo scientifico Leonardo da Vinci, Stefania Petracca. «Stiamo lavorando su un percorso sull’assunzione delle responsabilità. Ad esempio abbiamo cambiato alcuni aspetti del regolamento scolastico, ma lo stiamo condividendo con le classi, perché gli studenti devono capire la ratio. Le regole sono una certezza per la convivenza sociale».

«Come scuola siamo il luogo della convivenza civile e della cultura», sottolinea Carlo Cappello, dirigente del liceo scientifico Galilei «e non possiamo far altro che sensibilizzare su atti che possono creare danni a cose e persone. Con l’educazione civica i ragazzi hanno l’occasione di riflettere sulle responsabilità personali».

«La prossima settimana abbiamo dei consigli di classe e parleremo di quanto successo», afferma Elvira Pagliuca, preside dell’Aterno Manthoné, «tuttavia non vogliamo dare troppo risalto alla vicenda, perché poi si rischia l’effetto emulazione. Bisogna chiedersi perché i ragazzi fanno questo». «Fondamentale per noi è l'azione preventiva attraverso una formazione trasversale a tutte le discipline che mette in primo piano il rispetto della persona e dei principi di legalità», commenta la dirigente dell’Alberghiero Alessandra Di Pietro, «per questo da anni abbiamo attivato alcuni Sportelli per il dialogo e l’ascolto».

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