SE IN SPIAGGIA PASSEGGIA UN CINGHIALE

Chissà che cosa scriverebbe Ennio Flaiano, lui che giusto sessant’anni fa pubblicò l’esilarante “Un marziano a Roma”, della passeggiata in spiaggia tra Montesilvano e Pescara di cui è stato protagonista venerdì un bel cinghialone.

Non è la prima volta che un animale di questo genere viene avvistato vicino al mare, soprattutto nel Basso chietino, ma a memoria d’uomo non si ricorda che un simile sconfinamento sia avvenuto attraversando la zona più popolosa d’Abruzzo, ovvero l’immensa colata di cemento che va dalla foce del Saline al Pescara.

E un po’ come Kunt, il marziano di Flaiano atterrato al Galoppatoio di Villa Borghese, faceva riflettere tutta Roma sul significato della sua visita inattesa, anche noi dovremmo farci qualche domanda sulla sortita dell’ignaro cinghiale, abbattuto prima che potesse fare danni a persone o cose. La prima riflessione che mi viene in mente è che la scorribanda potrebbe anticipare una progressiva calata a valle dell’enorme problema che l’Abruzzo interno sta vivendo, spesso con disperate quanto disattese richieste di aiuto, proprio con l’incontenibile proliferare dei cinghiali. Quasi ogni giorno (da ultimo ieri nell’edizione di Teramo) diamo conto della protesta di agricoltori che la mattina si sono ritrovati con orti e terreni distrutti da branchi ormai incontenibili. Per non parlare degli incidenti stradali causati dai cinghiali, divenuti ormai non più l’eccezione ma bensì la regola, su tutta una serie di strade di montagna.

Anche di questo si dovrà occupare il nuovo governo della Regione, se davvero vorrà prender cura di una parte d’Abruzzo meno fortunata, che ha mandato sulla costa un marziano a dire: ricordatevi di noi.