Sedi alle associazioni Il Comune azzera la delibera sbagliata

Si ricomincia da capo con l'assegnazione dei locali del Comune alle associazioni. Il provvedimento della precedente amministrazione si è rivelato un pasticcio e la giunta ha deciso di azzerare tutto e di avviare un nuovo bando

PESCARA. Si ricomincia da capo con l'assegnazione dei locali del Comune alle associazioni. Il provvedimento della precedente amministrazione si è rivelato un pasticcio e la giunta ha deciso di azzerare tutto e di avviare un nuovo bando.

Così, le 75 associazioni che avevano partecipato a quello precedente, dovranno ripresentare domanda. «Abbiamo disposto la revoca della delibera con la quale il precedente governo cittadino di centrosinistra aveva approvato la graduatoria già stilata», ha spiegato l'assessore al patrimonio Eugenio Seccia, «si è trattato di un provvedimento necessario per evitare la pioggia di ricorsi, già annunciata per un avviso pubblico pasticciato che ha consentito ad alcune associazioni di ritrovarsi con una doppia sede». La revoca è stata comunicata a tutti i soggetti che hanno presentato domanda.

«Entro il prossimo 31 dicembre emaneremo un nuovo bando più trasparente e sicuramente legittimo», ha assicurato l'assessore.  «Pescara ha un tessuto culturale e associazionistico estremamente ricco e variegato», ha fatto notare Seccia, «con una proliferazione di organismi, costituiti soprattutto da volontari o onlus, che operano nel sociale, nell'arte, anche nel settore della sanità e dell'assistenza. Organismi che hanno un'evidente necessità di spazi in cui operare. Il Comune assegnerà alle associazioni una parte del suo patrimonio immobiliare, composto di garage, magazzini e negozi con vetrine». 

La precedente graduatoria è stata bloccata dopo che il dirigente del settore si è reso conto della presenza di un errore nel provvedimento. «Nel bando», ha concluso l'assessore, «non era stato specificato che le associazioni potevano rispondere in forma singola o in rete, ossia in partecipazione con altri gruppi. Dunque, alcune associazioni avevano presentato due o tre richieste e si erano viste assegnare anche due sedi, lasciando fuori altre organizzazioni».

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