il portiere delle biancazzurre  

Sestari: «Nata in Brasile, ma col cuore pescarese»

PESCARA . La saudade c’è, ma solo per la sua famiglia che vive in Brasile, altrimenti Ana Carolina Sestari, professione portiere, classe 1996, si sente italiana. «Sono nata in Brasile, da genitori di...

PESCARA . La saudade c’è, ma solo per la sua famiglia che vive in Brasile, altrimenti Ana Carolina Sestari, professione portiere, classe 1996, si sente italiana. «Sono nata in Brasile, da genitori di origine italiana, però mi sento pescarese».
Sestari, è pronta per il derby contro il Tikitaka?
«Prontissima, sarà una partita spettacolare. Giocare al PalaRoma davanti a tanta gente e in diretta tv su Sky Sport è una cosa molto stimolante».
E dovrà fermare una certa Debora Vanin. Pronta?
«Vanin (sorride, ndr) è un top player del calcio a 5. Una forte come lei è difficile da trovare. Ci conosciamo da bambine, da quando in Brasile giocavo nel Barateiro e sfidavo Debora. Le nostre sfide partono da molto lontano».
E come si ferma?
«È difficile, perché ha una potenza incredibile. Meglio averla come compagna di squadra, che avversaria».
Pescara è vice campione d’Italia. Ora obiettivo scudetto?
«Noi ci proviamo, sappiamo che possiamo arrivare lontano e non dobbiamo mollare la presa, lavorando giorno dopo giorno. Partiamo per vincere, ma occhio al Tikitaka. Il Francavilla quest’anno è costruito per vincere il tricolore».
La passione per il futsal da dove arriva?
«Da mio padre e mio nonno, tutti in famiglia giocano a calcio. Appena ho iniziato a camminare, ho subito avuto il desiderio di dare calci alla palla. Ero in una squadra maschile ed ero più forte di loro quando si giocava a scuole. In Brasile è così, tutti amano il calcio».
Lei, però, fa il portiere.
«Sono stata costretta a causa di un brutto incidente. A 11 anni mi sono rotta il femore e il medico che mi operò all’epoca fu chiaro: “Devi smettere”. Io ovviamente dissi di no e dal ruolo di movimento ho scelto il portiere».
Diventando una delle più forti al mondo e titolare inamovibile in Nazionale.
«Sì, ma in quella italiana. Io sono nata in Brasile, però mi sento, anzi, sono italianissima. Vivo a Pescara da sette anni e per me questa è casa».
Del Brasile non le manca nulla?
«La mia famiglia, che vive a Nova Bréscia, un paesino di 3mila abitanti. Quest’anno mia madre dopo tanti anni verrà a trovarmi e sono molto felice»
Di Pescara cosa le piace?
«Tutto. Ecco, quando sono lontana da qui mi manca il mare. Il mare di Pescara per me è tutto».
A chi si ispira?
«Nel futsal, sicuramente a Stefano Mammarella (portiere del Futsal Pescara e dell’Italia, ndr). Se penso al calcio a 11, dico Nelson Dida. Amavo il suo modo di parare e poi il suo Milan era fortissimo»
Un pronostico per domenica?
«Speriamo che vinca il Pescara. Io ci credo, ma soprattutto spero che vinca lo spettacolo. Questo derby sarà molto bello da vivere».
(l.d.m.)