Sgominata una rete criminale che operava tra Italia e Albania, 16 provvedimenti cautelari

22 Dicembre 2025

L’operazione, denominata “MareMagnum”, trae il proprio nome dall’ampiezza dell’area geografica interessata, che comprende non solo Pescara e Montesilvano, ma anche altre province del territorio nazionale

MONTESILVANO. Alle prime luci dell’alba, i carabinieri di Pescara hanno dato esecuzione a 16 ordinanze di custodia cautelare, 9 in carcere e 7 ai domiciliari, emesse dal gip su richiesta del sostituto procuratore della Repubblica che ha coordinato e diretto tutte le attività d’indagine. Il provvedimento scaturisce da una complessa attività investigativa avviata a marzo 2024, che ha consentito di raccogliere gravi indizi nei confronti di numerosi soggetti, ritenuti coinvolti a vario titolo in un articolato sistema di traffico di stupefacenti. L’operazione, denominata “MareMagnum”, trae il proprio nome dall’ampiezza dell’area geografica interessata, che comprende non solo la città di Pescara e il vicino comune di Montesilvano, ma anche altre province del territorio nazionale, con ramificazioni estese fino all’Albania.

L’indagine è partita dopo servizi mirati di osservazione sul fenomeno del consumo di droga, con particolare attenzione rivolta agli ambienti della cosiddetta “Pescara bene”. Tali approfondimenti hanno progressivamente portato alla luce un tessuto criminale strutturato e radicato, riconducibile a persone di nazionalità italiana e albanese, non necessariamente operanti in maniera coordinata, ma comunque inserite in una rete di relazioni funzionali al traffico illecito. I militari dell’Arma sono riusciti a ricostruire l’intera filiera dello spaccio, dai livelli più bassi fino ai vertici dell’organizzazione, individuando e ricostruendo i nodi operativi. Insospettabili attivi in vari settori della vita economica cittadina, imprenditori di vario genere, professionisti (avvocati, medici), titolari di ristoranti, tutti tenuti ormai sotto scacco da un nutrito gruppo di spacciatori, sempre più organizzato.

Il sodalizio criminale, caratterizzato da una struttura frammentaria ma fortemente interconnessa, comprendeva figure eterogenee: da criminali di elevata pericolosità a spacciatori di strada oltre a una vasta e consolidata platea di consumatori. Lo smercio degli stupefacenti - prevalentemente cocaina - avveniva soprattutto nei luoghi della movida pescarese, in alcuni complessi residenziali di Montesilvano e all’interno di esercizi pubblici quali ristoranti e stabilimenti balneari del capoluogo, frequentati da soggetti appartenenti a contesti socio-economici elevati. Un’articolata rete di spaccio attiva a Pescara e dintorni, caratterizzata da una modalità di operare improntata a continuità, discrezione e gestione quasi familiare del traffico di sostanze che, grazie a un flusso costante di cessioni giornaliere, procuravano ai gestori dell’illecita attività criminale entrate di oltre 150mila euro su base mensile.

Questi ultimi non esitavano a ricorrere alle maniere forti per imporre il pagamento di partite di stupefacente o per far valere la propria autorità nella cerchia dello spaccio. Una parte degli indagati è già nota alle forze dell’ordine per precedenti vicende; altri, invece, in larga misura consumatori abituali, devono la loro esposizione pubblica alla posizione sociale ricoperta e al prestigio economico di cui godono. Sequestrati ingenti quantitativi di droga, in particolare 2 kg di cocaina, segnalati numerosi assuntori e arrestate diverse persone anche tra gli odierni indagati.

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