Si rompe la condotta di San Franco E Francavilla resta ancora a secco
L’ira del sindaco Russo: colpa delle continue chiusure e degli sbalzi di pressione, intervenga la Regione Tecnici e volontari nelle scuole per portare l’acqua e garantire i servizi essenziali a studenti e personale
FRANCAVILLA. Ancora una volta, una zona della città di Francavilla rimane senz'acqua. Si tratta di quella che fa riferimento al paese alto e alla parte centrale della città, costretta a fare i conti con una nuova, importante rottura, avvenuta ieri mattina in piazza San Franco. Una rottura che, come detto, ha lasciato a secco i rubinetti di migliaia di cittadini, ma non solo.
Tra le strutture che hanno subito disagi ci sono state anche due scuole, la primaria San Franco e il liceo Scientifico Volta, dove solo grazie all'aiuto di tecnici e volontari si è riusciti portare dell'acqua, così da garantire quantomeno i servizi essenziali ed evitare l'interruzione delle lezioni. Ma, come spiegato dal sindaco di Francavilla Luisa Russo nel corso di un video «la situazione è diventata oramai insostenibile, direi disastrosa», ha detto il primo cittadino, che da settimane, o meglio da mesi, deve fare i conti tanto con chiusure e interruzioni di fornitura, quanto con la rabbia e le lamentele dei cittadini. Lamentele che ieri sono iniziate ad arrivare quando il sole non era ancora sorto: in realtà, già dalla sera precedente vi erano state segnalazioni circa l'interruzione della fornitura ben prima delle 22, orario indicato da Aca nel programma delle chiusure programmate.
Ma il clou si è registrato nel momento in cui c'è stata l'importante rottura a San Franco, motivo che ha richiesto l'intervento dei tecnici di Aca, i quali hanno dovuto scavare una voragine prima di arrivare alla condotta interessata per iniziare i lavori di riparazione. Rottura che ha lasciato tutta la zona del paese alto senz'acqua per quasi l'intera giornata, come raccontato dal sindaco nel video girato prima di pranzo. «Ho ricevuto questa segnalazione alle 7 ed è oramai da ore che siamo qui, mentre gli operai lavorano. Ci è stato spiegato che tale problema può essere anche una conseguenza delle continue chiusure e riaperture, le quali generano sbalzi di pressione tali da andare a lesionare le condotte. Tuttavia, indipendentemente da quale sia la causa, credo sia arrivata l'ora di sedersi intorno ad un tavolo per prendere di petto una situazione divenuta oramai insostenibile per Francavilla e per tantissimi comuni della nostra regione».
Tra l'altro, al di là dell'ennesimo aggiornamento circa le chiusure programmate, la cittadina adriatica durante lo scorso fine settimana ha vissuto un'altra importante crisi generata dalla contaminazione idrica, che per almeno due giorni ha prodotto il divieto di utilizzo dell'acqua per uso alimentare, come da ordinanza firmata e successivamente revocata dal sindaco. «Credo che Aca, sindaci, Regione e possibilmente anche lo Stato centrale, debbano a questo punto studiare una soluzione capace di guardare sia nel breve che nel lungo raggio. Che non piove o che piove poco ormai non è più un fatto straordinario, così come purtroppo non lo è la dispersione del 70 per cento di acqua lungo condotte vetuste e fragili. Serve che ciascuno faccia la propria parte se vogliamo restituire agli utenti, ovvero ai cittadini, un sistema idrico affidabile e funzionante».