Sparatoria in strada tra i palazzi Sì al rito abbreviato per i rom

21 Settembre 2024

Si apre il processo sul tentato omicidio: il prossimo 31 ottobre gli accusati andranno davanti al giudice Tra i reati contestati anche detenzione illegali di armi, la procura: «C’era il rischio di proiettili vaganti» 

MONTESILVANO. In sei finirono in manette per quella sparatoria che, l’11 settembre del 2023, provocò panico e paura fra gli abitanti di via Mincio a Montesilvano dove una lite tra due famiglie rom si trasformò in una spedizione punitiva che fece un ferito. Giovedì scorso, i sei protagonisti finiti sotto inchiesta per tentato omicidio, detenzione illegale di più armi da sparo e porto illegale in luogo pubblico di armi, davanti al gup Francesco Marino, hanno deciso di definire la loro posizione con il rito abbreviato. Sono i fratelli Kevin e Bryan Morello, Guerino e Denis Morello, Marion Castorani e Pamela Pierdomenico, madre dei primi due Morello.
I riti alternativi richiesti sono stati concessi e il processo rinviato al prossimo 31 ottobre quando quattro di loro verranno esaminati dal giudice come da loro stessi richiesto. I quattro sono Bryan, Kevin, Denis Morello e Pamela Pierdomenico. Il gravissimo episodio di violenza si verificò sotto l’abitazione dei Di Rocco dove si presentò la “squadra punitiva” armi in pugno (almeno quattro di loro erano armati stando alle dichiarazioni dei presenti e dai bossoli ritrovati sul posto). Un fatto di estrema gravità consumato nella pubblica via, «accettando altresì», come scrisse il pm Anna Benigni nel capo di imputazione, «il rischio che uno dei proiettili vaganti potesse attingere anche persone estranee alla famiglia Di Rocco».
Il gip che firmò le misure scrisse così: «La causale immediata e prossima della spedizione omicidaria, non può che essere ravvisata nella volontà degli appartenenti alla famiglia Morello/Pierdomenico/Morelli di “dare una lezione” ai componenti della famiglia Di Rocco».
A sparare, come detto, furono almeno in quattro con le pistole puntate verso il balcone dove si trovavano alcuni esponenti della famiglia rivale e, stando ai bossoli ritrovati sarebbero stati esplosi almeno sette colpi. Stando poi al movente ricostruito dai carabinieri nella loro informativa, a scatenare la terribile reazione (qualche ora prima ci sarebbe stata una precedente rissa fra i componenti delle stesse due famiglie) sarebbe stata una questione legata alla gelosia e relativa alla figura di Pamela Pierdomenico (madre di Bryan e Kevin e zia di Guerino e Denis Morello e di Marlon Castorani): una tesi che avrebbe trovato riscontri anche nelle dichiarazioni di più di un componente della famiglia Di Rocco. C’era stato anche un ricorso al Riesame che aveva scarcerato tutti per un motivo tecnico (mancato deposito di un dvd), poi superato dal Riesame a seguito della decisione della Corte di Cassazione chiamata in causa dalla procura. Il gip pescarese Giovanni de Rensis aveva affermato nella misura che la loro «presenza ha accresciuto il clima intimidatorio precedente l’aggressione, conferendo, in funzione agevolatrice e rafforzatrice, maggior sicurezza per tutti i delinquenti durante la materiale esecuzione del reato».
Adesso il 31 ottobre i quattro potranno dire la loro su quella sparatoria, fornendo al giudice la versione difensiva probabilmente concordata con i rispettivi legali Gianna Giannini, Antonio Valentini e Manuel Sciolè.