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Spoltore sul canile: «No a imposizioni da Pescara»

Il sindaco Trulli: "La mia maggioranza contraria per il metodo usato"

SPOLTORE. Incontrarsi e dialogare, ma senza imposizioni da Pescara. Il sindaco di Spoltore Chiara Trulli è pronta a cercare una soluzione, sulla realizzazione del canile che sta creando parecchie polemiche a distanza con il comune di Pescara. Ma dice “no” ai diktat, come li definisce lei, del sindaco Carlo Masci che intende andare avanti e proporre un accordo di programma avendo già pronti i fondi e un terreno, a Santa Teresa, messo a disposizione dall’imprenditore Daniele Kihlgren, con il progetto. Spoltore non ci sta, ma apre al dialogo.

Sindaco Trulli, Masci ha annunciato che proporrà un accordo di programma. Voi cosa farete? «Io ho registrato la contrarietà della mia maggioranza, per via del metodo che è stato seguito. E cioè: sono venuta a conoscenza del progetto a giugno del 2022, ma la delibera su Santa Teresa era stata approvata un anno prima dalla giunta di Pescara. I cittadini lo avevano saputo, in realtà, per cui ci erano arrivati dei rumors, all’epoca, ma non sapevamo niente. Poi ci siamo incontrati con Pescara a giugno 2022, ma l’atto di indirizzo era dell’anno prima. E questo ha generato malumori. Il sindaco di Pescara cerca di mistificare, ma nessuno sapeva nulla se non dall’estate scorsa, per cui dovrebbero ammettere di aver fatto un errore. Le riunioni con noi di cui parla l’assessore Nicoletta Di Nisio sono avvenute dopo la mia elezione ma l’interlocuzione doveva essere avviata quando hanno incontrato Kihlgren. Il nostro Comune doveva essere investito della vicenda, d’altronde negli anni passati c’era stata una interlocuzione per un canile intercomunale da realizzare a Caprara, si puntava a decisioni concertate. Non è possibile che ci presentino un progetto già approvato un anno prima».

Ora però ci sono il progetto e i fondi. Spoltore accetterà? «Noi siamo pronti a dare, a tendere una mano, al comune di Pescara, visto che ha un problema, e anche a fare una riunione. Ma non ci devono essere diktat da parte del comune di Pescara né atti preconfezionati».

A che punto si può arrivare? «Dobbiamo ragionarci, si esprime il Consiglio su questo». Si può pensare a un sì al progetto di Pescara? «Non decido io, è una decisione collegiale. Siamo pronti a dialogare anche su altre scelte». Nel suo intervento sul “Centro” Masci parla di polemiche spicciole, difese fuori dal tempo. Cosa c’è dietro queste affermazioni? «Io parlo sulla base di atti pubblici, quelli del Comune di Pescara, che risalgono al 2021. Ora dobbiamo vedere se si può recuperare un errore fatto da Pescara. Ma mi chiedo: e se fosse stato il contrario? Pescara avrebbe consentito a Spoltore di portare avanti un progetto sul suo territorio?».

Avete fatto degli incontri, comunque eravate a conoscenza. «Sì, ma un anno dopo la delibera. È un modo di agire che non va bene. Alcuni, nella mia maggioranza, pensano che se non servisse il nostro parere ci avrebbero già calpestato. Ma l’assenso del Comune serve». Che vuol dire che tendete una mano? «Si deve riavviare una interlocuzione».

Ripartendo da zero? «Si deve ragionare con i consiglieri, c’è chi è contrario e basta. Non è che per fare un favore a Pescara creo un problema nella mia maggioranza». Il progetto può essere un valore aggiunto per Spoltore? «Un rifugio non è una cosa sbagliata, io capisco e voglio fare la mia parte. Se possiamo analizzare una zona dove fare una cosa del genere io mi voglio impegnare a risolvere il problema di Pescara. Ora dovremmo dire di sì o di no, ma questo crea problemi, perché ci sono tante sensibilità e c’è un coro di no in Consiglio per questo modo di fare. Il progetto, che è bello, doveva nascere concertato dall’origine».